Il Pontefice in questi giorni ha incontrato anche vari protagonisti del mondo sportivo. Il messaggio è chiaro: lo sport quale veicolo di valori e ideali
Papa Leone XIV sembra vivere una personalissima Olimpiade. Nei suoi primi 24 giorni da Pontefice ha ricevuto Jannik Sinner, ha incontrato il Napoli, ieri ha benedetto i ciclisti in partenza per l’ultima tappa del Giro. Il messaggio è chiaro: al netto di un po’ di casualità – è evidente che gli appuntamenti sportivi non saranno sempre così frequenti – Papa Prevost trasmette la sua passione e un’idea chiara sul valore sociale dello sport. Da sportivi, è curioso vivere in quest’epoca in cui a un Papa socio del San Lorenzo segue un Papa cresciuto a Chicago tifando per i White Sox, un Papa tennista che invita i ciclisti a essere “modelli per il mondo”.
IL PAPA, SINNER E QUINTANA
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L’incontro tra Robert Francis Prevost e Jannik Sinner è stato il primo e il più simbolico. Il numero 1 del mondo dello sport numero 1 per il Papa. Non per caso, oltre il cerimoniale c’è stata ironia. La familiarità si è notata. Papa Leone e Sinner si sono chiesti se fosse il caso di giocare a tennis nell’aula Paolo VI e il Papa ha fatto notare che, vestito di bianco, avrebbe il dress code per giocare a Wimbledon. L’udienza con i giocatori del Napoli è stata più ordinaria, anche se resta nella memoria la battuta sul suo tifo per la Roma: “Non tutto quello che leggete nella stampa è vero”. I soliti giornalisti… Il saluto al Giro d’Italia invece avrà uno spazio nella memoria soprattutto per il gesto di Nairo Quintana, profondamente umano. Mentre il gruppo sfilava davanti a Papa Leone per avviarsi in territorio italiano, Quintana ha temporeggiato, ha preso la bici e si è avvicinato al Pontefice, l’unico a farlo. Come un ragazzo che chiede un autografo, ha domandato una preghiera e si è toccato il petto, in un segno di appartenenza. Poi ha detto: “Il mio cuore mi diceva che dovevo toccarlo e salutarlo”.
GLI ALTRI INCONTRI DI PAPA LEONE
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Ma quindi Papa Prevost incontra solo sportivi? Ma no, è chiaro. Tra i politici, ha visto il presidente ucraino Zelensky e il vice presidente americano Vance, ha ricevuto il presidente colombiano Petro e il primo ministro del Commonwealth di Australia Albanese, è andato in Campidoglio dal sindaco di Roma Gualtieri... Poi incontri religiosi: l’arcivescovo di New York, il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, il cardinale Becciu, il segretario generale della Comunione anglicana. Insomma, un mese intenso in cui però lo sport è stato presente, come nella vita del Papa.
LEONE ALLE WORLD SERIES
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Leone XIV, questo lo sanno tutti, è stato un tennista. “Mi considero un dilettante - dichiarò in un'intervista -. Da quando ho lasciato il Perù, però, ho avuto poche occasioni di allenarmi”. Dopo Papa Francesco, che veniva messo in porta perché era un “pata dura” (uno scarpone, si direbbe in alcune zone d’Italia), ecco un Papa che ragiona di rovesci con il numero 1 del mondo. La sua passione per lo sport però si allarga ad altre discipline, di sicuro al baseball. Nei giorni dell’elezione, a Chicago, è nato un dibattito tra chi voleva inserirlo nella lista dei tifosi dei Cubs e chi faceva notare che, nella zona della città in cui è cresciuto, il tifo è a larga maggioranza White Sox. Il fratello John è dovuto intervenire con l’interpretazione autentica: “È dei White Sox”. Fine della discussione, anche perché la Fox, poco dopo l’elezione, ha scovato un fotogramma dalle riprese tv di Gara-1 delle World Series del 2005 tra White Sox e Houston Astros. C’è lui, Prevost, che guarda la partita in abiti civili. Anzi, in abiti White Sox. Uno dei 41.206 paganti di quel giorno. Come l’abbiano trovato, resta un mistero.