L'ex rossonero fa i complimenti al tecnico: "Ha fatto una grande opera di ricostruzione. Rafa può fare la differenza mentre il croato ha portato equilibrio"
Insieme al Milan hanno vinto la Champions, la Supercoppa europea e un Mondiale per club e sono amici, ma nonostante il legame con Alberto Gilardino, Serginho stasera tiferà per i rossoneri. Il brasiliano spera che la formazione di Allegri conquisti un’altra vittoria per restare in vetta alla classifica, ma anche lui come Max preferisce non parlare di scudetto. Il Diavolo di Modric e Leao però gli piace. Gila lo perdonerà... Serginho, Gilardino torna per la seconda da allenatore avversario a San Siro.
Sarà emozionato?
“Conoscendolo, un po’ sì. E’ vero che non è la prima volta e che da calciatore ha affrontato il Milan con diverse squadre, ma tornare al Meazza, e sentire i cori della Curva Sud, è sempre un’emozione per chi come lui ha scritto pagine importanti della storia rossonera”.
Per esempio nella Champions 2006-07 Alberto ha firmato il gol del 3-0 nella semifinale di ritorno contro lo United.
“Dopo il 2-2 dell’andata a Manchester, quella era una partita delicata. Giocammo in modo perfetto e lui chiuse il conto con la terza rete che ci fece qualificare per la finale poi vinta ad Atene. Il 3-0 contro lo United è stata una delle migliori prestazioni in assoluto di quel Milan”.
Gilardino arrivò a Milanello vent’anni fa, nel 2005.
“Era reduce da una grande stagione al Parma, ma al Milan la concorrenza era tanta perché là davanti c’erano Shevchenko, Crespo e Inzaghi. Lui comunque si è dimostrato un grande attaccante e una persona molto positiva per la squadra. In campo faceva sempre i movimenti giusti per liberare i compagni o per farsi trovare smarcato; nello spogliatoio era sempre positivo anche se era uno tranquillo, che stava al suo posto”.
Qual era la dote migliore di Gila da calciatore?
“Aveva il gol nel sangue, sapeva giocare a pallone e vedeva sempre la porta”.
Si aspettava che sarebbe diventato un allenatore da Serie A?
“Entrambi abbiamo avuto un grande maestro come Ancelotti, un vero fuoriclasse. Con Alberto abbiamo fatto il corso di Coverciano insieme ed era sempre attento, deciso ad apprendere ogni particolare. E’ sempre stato uno che parlava poco e immaginavo che da tecnico potesse essere in difficoltà quando c’era da alzare la voce. Visti i risultati positivi che ha avuto finora nella sua, deve aver imparato a farlo (sorride, ndr)”.
Cosa gli augura?
“Il meglio per la sua carriera. Diciamo… dopo stasera”.
Che partita sarà Milan-Pisa?
“Non facile perché il Pisa si chiuderà e trovare spazi non sarà semplice. Il Milan però ha la possibilità di mantenersi primo in classifica e magari di allungare rispetto alle dirette concorrenti. Ho fiducia nei rossoneri che con il rientro di Leao dall’infortunio sono in crescita”.
Con Alberto abbiamo fatto il corso di Coverciano insieme ed era sempre attento, deciso ad apprendere ogni particolare
Serginho
Se Rafa fosse sempre quello che ha deciso la partita contro la Fiorentina...
“I mezzi per fare la differenza li ha. Ora tocca a lui sfruttarli”.
Modric invece è una certezza fin dal primo giorno che ha messo piede a Milanello.
“In mezzo al campo ha portato più esperienza e più equilibrio e ha risolto un grosso problema che la squadra aveva. Un campione come lui fa la differenza nonostante l’età perché vuole sempre il pallone, dà sicurezza a chi ha intorno e si sacrifica per i compagni dando l’esempio”.
Domenica scorsa alla Gazzetta dello Sport il suo ex compagno Brocchi ha detto che Modric avrebbe giocato anche nel vostro Milan. Concorda?
“Ha ragione. Modric ha una grande qualità, tiene la palla tra i piedi come quelli della vecchia generazione e non la perde mai. Ha il passaggio filtrante e verticalizzazione come i grandi: è uno dei pochi rimasti in circolazione... Lui con Pirlo, Seedorf e Rui Costa sarebbe stato uno spettacolo”.
Lei in estate era in tournée in Asia e Australia con il Milan. Si aspettava una partenza così lanciata?
“Si vedeva che il gruppo credeva nelle idee dell’allenatore già da luglio. Mancavano molti elementi che sono stati acquistati dopo la tournée o erano in vacanza, ma lo spogliatoio era unito e le sensazioni positive”.
Allegri però continua a frenare sullo scudetto.
“Ha ragione perché è troppo presto per sbilanciarsi. Il campionato è ancora lungo: la Juventus, pur non al top, è forte, l’Inter sta tornando e il Napoli che ultimamente non vola, non va sottovalutato. Tra qualche mese capire meglio. L’importante è che il Milan continui a fare risultati senza pensare troppo al futuro. A marzo vedremo come sarà la classifica e chissà...”.









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