Non chiude, non apre. Elly Schlein mostra una diplomatica cautela sulle primarie, quale strumento della coalizione progressista per identificare il proprio candidato premier. E a domanda specifica non mostra particolari entusiasmi, pur nella consapevolezza che prima o poi il tema vada affrontato. Una necessità riemersa oggi dopo che anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ha confermato l'intenzione del centrodestra di approvare una legge elettorale in cui il candidato premier della coalizione sia già indicato sulla scheda elettorale.
Se la segretaria Dem oggi svicola sulle primarie e sulla scelta del leader della coalizione, il tema sembra comunque destinato ad entrare nel dibattito la prossima settimana. Da lunedì sarà un tourbillon di appuntamenti e iniziative dell'area riformista del centrosinistra, non solo del Pd, da cui potrebbe emergere una nuova figura in grado di ambire alla leadership dell'intera coalizione. Un po' come nel 2001 avvenne per Francesco Rutelli e la Margherita. Schlein ha riferito che Giorgia Meloni non le ha mai parlato della sua intenzione di modificare la legge elettorale: "lo apprendo dai giornali, perché a me non ha detto nulla". Tuttavia anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ha confermato l'intenzione del centrodestra di procedere: proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione vincente e indicazione del nome del candidato premier sulla scheda. Come sceglierà la coalizione progressista il proprio candidato? Con le primarie? Innanzitutto Schlein ha sottolineato che ormai una coalizione progressista "c'è ed è in grado di battere la destra". La debolezza di M5s non preoccupa la segretaria Dem, che ha ricordato che il Movimento di Giuseppe Conte ha sempre zoppicato alle regionali per poi andare bene nel voto politico. Su come arrivarci "lo si deciderà insieme alla coalizione progressista", premette e promette: l'importante è che ci sia la coalizione; in più "la Toscana ha dimostrato che c'è spazio per tutti". E lì il secondo partito della coalizione è stata Casa Riformista.
Proprio quest'area aprirà il proprio cantiere, anzi i propri cantieri la settimana entrante. Lunedì a Roma, sotto la regia dell'assessore ai Grandi Eventi Alessandro Onorato, ci sarà la convention dei sindaci aderenti alla nuova Rete, Progetto Civico: Gaetano Manfredi, di Napoli, Silvia Salis di Genova e Alberto De Toni di Udine. Il primo è indicato come possibile federatore della Margherita 2.0 ma oggi ha detto di voler continuare a fare il primo cittadino di Napoli. Giovedì 24 a Milano l'area riformista del Pd parlerà di economia, sotto l'occhio attento di Paolo Gentiloni, peraltro ora più con l'obiettivo di dar vita ad una area strutturata dentro il Pd. Lo stesso giorno, ma fuori dalle mura del Pd, Giuseppe Fioroni e Lucio D'Ubaldo a Roma discuteranno di Europa, in chiave post-democristiana. Al di là degli appuntamenti pubblici l'area è in fermento. Comunità Democratica, l'associazione di Graziano Delrio, dopo alcuni eventi nazionali, è partita con la costruzione sul territorio di una fitta rete di circoli, sul modello dei Meet-up di M5s: gruppi di 20-30 persone che si impegnano in prima persona su istanze del territorio. E qualcosa di analogo sta facendo Ernesto Maria Ruffini: i suoi circoli "Più Uno" hanno toccato quota 300 (a Bolzano il più a Nord, a Ragusa il più a Sud). E le sue parole dette poche settimane fa vengono ripetute: il leader della coalizione sia scelto con primarie, di cui "non si deve mai aver paura".
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