Salta la stretta sui lavoratori, la manovra verso il sì fra le polemiche 

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Dietrofront sulla stretta sui lavoratori sottopagati: la misura, insieme ad altre quattro, sarà stralciata dal maxiemendamento alla manovra. La scelta arriva alla fine di una lunga giornata in Senato e dopo molteplici interlocuzioni all'interno del governo, con la maggioranza e anche con le opposizioni.

Nel corso della riunione della commissione Bilancio di Palazzo Madama, con il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e i gruppi, si decide anche di stralciare la norma sulle porte girevoli nella pubblica amministrazione: la misura avrebbe ridotto da tre a un anno il tempo per poter ricoprire un ruolo dirigenziale nel privato dopo un incarico apicale nella P.a nello stesso settore. E niente da fare anche per la misura che prevedeva, viceversa, che fosse possibile, per incarichi commissariali, straordinari o temporanei, derogare dal divieto di ricoprire ruoli nella p.a. dopo aver avuto incarichi in enti di diritto privato o finanziati dall'amministrazione stessa. Resta il nodo dello spoil sistem per le Authority, una norma che - secondo quanto viene riferito da fonti parlamentari - non sarebbe vista con favore neanche dal Colle. E' invece saltata la norma che prevede che non basti più un ricorso davanti ad un giudice per vedersi riconoscere gli arretrati a finire nel mirino delle opposizioni. "Anticostituzionale, vergognosa, una vigliaccata", le dichiarazioni dei leader dell'opposizione. Un ennesimo "attacco" ai diritti dei lavoratori per la Cgil. Una misura che certo fa discutere ma che non cambia il punto di vista del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: non fa fatica a riconoscere il "percorso tortuoso" della legge di Bilancio ma "l'importante e arrivare in vetta, non c'è un'altra strada", dice parlando a Palazzo Madama.

Da qui la soddisfazione e non solo per la manovra 2026 ma per tutto il lavoro fatto, che rivendica e difende in Aula davanti ai senatori: "La nostra prudenza non è affatto stagnante e della nostra prudenza beneficeranno i governi del futuro, anche - chiosa rivolgendosi alle opposizioni - i vostri". Forse tutto ciò non passerà alla storia, si schermisce, ma "grazie a questo tipo di politica l'Italia si presenta a testa alta in Europa e nel mondo". Gli interventi sui lavoratori, la tassa sui pacchi, la spinta alla previdenza complementare: il titolare del Tesoro spiega nel merito le ragioni delle scelte compiute, che spesso sono - secondo la sua lettura -dettate da lungimiranza. E se è vero che gli equilibri in Parlamento e fra Parlamento e governo sono mutati, è anche vero che altri grandi Paesi europei mostrano di non essere in grado di approvare i rispettivi bilanci. L'Italia, invece, lo fa. O, meglio, lo sta per fare. Certo il ministro riconosce alcune criticità come quelle che toccano l'architettura istituzionale: "c'è un monocameralismo che constatiamo da diversi anni: questo dovrebbe interrogare tutti noi su come le democrazie parlamentari dovrebbero aggiornarsi per essere al passo coi tempi", osserva. Parole che arrivano dopo toni accesi e grandi distanze rimarcate non solo dai partiti avversari al governo ma anche all'interno della maggioranza. Che nelle convulse giornate a Palazzo Madama - dove la manovra si avvia a essere approvata - hanno visto una andirivieni di misure e numerose riscritture, a partire dalle pensioni. Poi certo ci sono state anche battaglie condivise fra i partiti alleati alla guida del Paese, come quelle che hanno puntato ad rafforzare il raggio di azione degli interventi sulla casa e la scuola. E proprio fra le novità più inaspettate nella volata finale la maggioranza ha, ad esempio, trovato l'intesa e le risorse per far salire fino a 200mila euro il valore catastale della prima abitazione ai fine Isee. Con le opposizioni, come è in gran parte normale che sia, di intese neanche l'ombra. Il Pd fino all'ultimo stigmatizza le lentezze del Tesoro, in commissione prima e in Aula poi: a meno di 24 ore dal voto finale con tanto di fiducia in Senato - evidenzia il capogruppo Dem Francesco Boccia - non c'è traccia del maxiemendamento.

E poi ci sta il merito. A fare polemica, nelle ultime ore, anche il "blitz che reintroduce la caccia selvaggia". Le opposizioni puntano però i riflettori in particolare sulla stretta sui lavoratori che era già stata "sventata" qualche mese fa grazie a una "battaglia estiva". Per Giuseppe Conte quindi è chiaro che il governo, questa volta, per farla passare abbia, al contempo, "sfruttato il favore delle tenebre" e i litigi interni alla maggioranza. Sotto attacco finisce così ancora una volta "la magistratura che impone il rispetto dell'articolo 36 della Costituzione. Ovvero che il salario di chi lavora deve essere equo e dignitoso. E' un vero e proprio colpo di mano", le parole di Schlein. Ad oggi, spiegano dal sindacato, se un lavoratore vince un ricorso davanti al giudice ha diritto al riconoscimento di tutti i crediti retributivi maturati prima della presentazione del ricorso e l'azienda ha il dovere di pagare le differenze. La modifica voluta dall'esecutivo non sarà introdotta nella manovra. L'ufficializzazione arriverà in mattinata con il voto della commissione Bilancio a favore dello stralcio. Poi il testo, nella sua interezza, passerà finalmente all'esame dell'Aula.

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