Dalla manovra salta la norma su lavoratori sottopagati

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Usciranno dalla manovra, secondo quanto si apprende, cinque misure. Tra l'altro anche la norma che consentiva agli imprenditori che, sulla base di quanto stabilito dai giudici non avevano pagato adeguatamente i propri lavoratori, di non corrispondere gli arretrati. Le misure saranno espunte domani dal maxi-emendamento dalla commissione Bilancio. 

Dopo giorni di caos, la manovra approda in Aula a ridosso di Natale ma si accende - inevitabile - una nuova polemica per la norma inserita all'ultimo momento. Le opposizioni compatte attaccano governo e maggioranza: il Pd, M5s, Avs vogliono lo stralcio. "Anticostituzionale, vergognosa, una vigliaccata", dichiarano i leader. La Cgil vede un altro, ennesimo, "attacco" ai diritti.

Una misura che certo fa discutere ma che non cambia il punto di vista del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: non fa fatica a riconoscere il "percorso tortuoso" della legge di Bilancio ma "l'importante e arrivare in vetta, non c'è un'altra strada", dice parlando a Palazzo Madama. Da qui la soddisfazione e non solo per la manovra 2026 ma per tutto il lavoro fatto, che rivendica e difende in Aula davanti ai senatori:

"La nostra prudenza non è affatto stagnante e della nostra prudenza beneficeranno i governi del futuro, anche - chiosa rivolgendosi alle opposizioni - i vostri". Forse tutto ciò non passerà alla storia, si schermisce, ma "grazie a questo tipo di politica l'Italia si presenta a testa alta in Europa e nel mondo". Gli interventi sui lavoratori, la tassa sui pacchi, la spinta alla previdenza complementare: il titolare del Tesoro spiega nel merito le ragioni delle scelte compiute, che spesso sono - secondo la sua lettura -dettate da lungimiranza. E se è vero che gli equilibri in Parlamento e fra Parlamento e governo sono mutati, è anche vero che altri grandi Paesi europei mostrano di non essere in grado di approvare i rispettivi bilanci. L'Italia, invece, lo fa. O, meglio, lo sta per fare.

Certo il ministro riconosce alcune criticità come quelle che toccano l'architettura istituzionale: "c'è un monocameralismo che constatiamo da diversi anni: questo dovrebbe interrogare tutti noi su come le democrazie parlamentari dovrebbero aggiornarsi per essere al passo coi tempi", osserva. Parole che arrivano dopo toni accesi e grandi distanze rimarcate non solo dai partiti avversari al governo ma anche all'interno della maggioranza. Che nelle convulse giornate a Palazzo Madama - dove la manovra si avvia a essere approvata - hanno visto una andirivieni di misure e numerose riscritture, a partire dalle pensioni. Poi certo ci sono state anche battaglie condivise fra i partiti alleati alla guida del Paese, come quelle che hanno puntato ad rafforzare il raggio di azione degli interventi sulla casa e la scuola. E proprio fra le novità più inaspettate nella volata finale la maggioranza ha, ad esempio, trovato l'intesa e le risorse per far salire fino a 200mila euro il valore catastale della prima abitazione ai fine Isee. Con le opposizioni, come è in gran parte normale che sia, di intese neanche l'ombra. Il Pd fino all'ultimo stigmatizza le lentezze del Tesoro, in commissione prima e in Aula poi: a meno di 24 ore dal voto finale con tanto di fiducia in Senato - evidenzia il capogruppo Dem Francesco Boccia - non c'è traccia del maxiemendamento.

E poi ci sta il merito. A fare polemica, nelle ultime ore, l'intervento che introduce lo spoil system per le Authority e anche il "blitz che reintroduce la caccia selvaggia".

Il timing della manovra

In base alla tabella di marcia, il testo arriva oggi in aula al Senato, mentre l'approvazione è prevista per martedì. Una volta superato il voto di Palazzo Madama, la legge di bilancio verrà immediatamente trasmessa alla Camera dei Deputati. A Montecitorio la discussione generale inizierà il 28 dicembre, mentre il giorno successivo il governo porrà la questione di fiducia sul testo. La votazione finale è prevista per martedì 30.

Entro il 31 dicembre deve avvenire l'approvazione definitiva della manovra, altrimenti scatta l'esercizio provvisorio, una condizione che il Governo punta chiaramente ad evitare.

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