La prima navigazione dalla Cina all'Europa di un cargo carico di componenti per vetture elettriche apre scenari imprevedibili. I costruttori orientali hanno la possibilità di dimezzare i tempi di consegna rispetto al passato
Maurizio Bertera
24 ottobre - 13:17 - MILANO
Nella battaglia commerciale tra le case europee e quelle cinesi si parla sempre troppo poco dell’importanza delle rotte per le navi che partono dall’Oriente. Ai primi di ottobre è arrivato un segnale che potrebbe spostare ulteriormente la bilancia a vantaggio dei costruttori cinesi. Perché collegando il Paese del Drago all'Europa attraverso la Rotta del Nord, il cargo Istanbul Bridge – che a dispetto del nome batte bandiera liberiana – ha aperto ufficialmente una nuova rotta commerciale utilizzando un corridoio reso accessibile dal ritiro dei ghiacci: l'Artico, infatti, si è riscaldato quattro volte più velocemente della media globale negli ultimi 40 anni. Questa prima traversata segna quindi un passo fondamentale nel piano cinese di aggirare i punti critici occidentali, come Suez o lo Stretto di Malacca. Una strategia logistica (non a caso, la nave era carica di 4.000 container contenenti batterie, pannelli solari e componenti per auto elettriche) ma anche politica.
TEMPI ED EMISSIONI
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Partita dal porto di Ningbo-Zhoushan (Cina) il 22 settembre scorso, la nave lunga 294 metri e larga 32, ha raggiunto Felixstowe (Regno Unito) dopo soli venti giorni di navigazione. Due volte più veloce delle navi cargo in transito via Suez. Secondo Sea Legend Line, l'operatore della nave, questa rotta riduce le emissioni di CO2 migliorando al contempo i tempi di consegna. "Le temperature più basse preservano meglio i componenti e i mari più calmi come quelli artici limitano il rischio di rotture - ha spiegato Li Xiaobin, Direttore Operativo – e i tempi di transito riducono le scorte immobilizzate fino al 40%". Il primo viaggio arriva in un momento cruciale: le esportazioni cinesi verso l'Europa sono aumentate del 14% su base annua, mentre quelle verso gli Stati Uniti sono diminuite del 27%. Per Pechino, il Vecchio Continente sta diventando la priorità assoluta del momento, un mercato da conquistare e mantenere. E con questa rotta artica mette a segno un colpo (apparentemente) clamoroso.
I PORTI TOCCATI
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A gestire la rotta è la Haijie Shipping Company che ha definito il nuovo tracciato come “China-Europe Arctic Express”, prevede partenze da Qingdao con scali a Shanghai e Ningbo-Zhoushan, quindi il transito artico fino al porto britannico di Felixstowe, con ulteriori destinazioni a Rotterdam, Amburgo e Danzica. Per il momento, il periodo utile per la navigazione è stato fissato da luglio a novembre, finché non saranno disponibili navi adatte, per estendere il servizio anche in inverno e primavera. L’attivismo cinese non è sfuggito a Washington: gli Stati Uniti hanno firmato un accordo con la Finlandia per rafforzare la propria flotta di rompighiaccio e proteggere i propri interessi nella regione, ma va sottolineato che l’Istanbul Bridge non ha avuto bisogno né di scorta armata né di navi appoggio. Il tema, in realtà, è più di carattere tecnico e climatico: sul medio e lungo periodo è scontato l’aumento del periodo di navigabilità e quindi la possibilità di muovere più facilmente le navi. In questo senso, gli esperti si attendono possibili adattamenti tecnici dei ‘giganti’ quali le otto Ro-Ro della flotta Byd, capaci di trasportare anche 9mila auto alla volta. Per la rete europea della Casa sarebbe una manna ricevere le vetture in tempi così brevi. E altre ci penseranno sicuramente.









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