Regista, all'occorrenza trequartista, infallibile dal dischetto, nato in Colombia ma chiamato dalle nazionali spagnole: l'ultimo gioiello in casa nerazzurra
Andrea Barilaro
24 dicembre 2025 (modifica alle 15:10) - MILANO
Il rigore pesa? Tranquilli, perché ci sarà sempre Dilan Zarate che alzerà la mano e dirà: “Mister, ci penso io”. E questa è la prima notizia, cioè che l’Inter sta tirando su uno specialista dei tiri dal dischetto. Una sorta di mini Calhanoglu nato in Colombia, cresciuto in Spagna ed esploso in Italia. Il ruolo è lo stesso di Hakan: regista basso tutto fraseggi e geometrie, all’occorrenza anche interno di centrocampo, volendo azzardare anche trequartista perché in fondo l’indole è quella di inventare. Zarate, 18 anni (2007) e stellina della Primavera di Carbone, è uno di quelli che vogliono il pallone sempre e comunque, anche se sotto pressione perché tanto la giocata da fare se la sono già immaginata. Per la serie: datemi la palla, poi ci penso.
I margini di miglioramento
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Prima della specialità della casa, un paio di asterischi. Primo: gran parte del potenziale è ancora inespresso, e qui è nascosta la seconda buona notizia per l’Inter. Appena arrivato a Milano (estate 2023), pronti via ha ingranato la quarta ma viaggiare costantemente a quella velocità sarebbe stato difficile per chiunque. Tradotto: il Dilan versione milanese è partito a mille, poi la curva esponenziale si è un po’ appiattita. Insomma, la parola d’ordine è "tempo". Secondo asterisco: Zarate fa bene tante cose (forse troppe?) e sa giocare in tanti ruoli (forse troppi?). Il prossimo step è capire cosa vuole fare da grande: mediano? Mezzala? O forse finirà a bazzicare sulla trequarti? Da qui, le caratteristiche. La sua stirpe è quella dei Calhanoglu versione interista: imposta, calcia rigori, detta i ritmi, se serve corre all’indietro, sa ‘rompere’ il gioco e non ha paura di farlo. Discorso piede: destro o sinistro cambia poco o nulla. Questo da mediano, mentre da mezzala sa trasformarsi nel classico box-to-box: anche qui ‘rompe’ senza patemi, e il bello è che poco dopo puoi ritrovartelo sessanta metri più avanti a buttarsi nello spazio senza palla. Fisicamente non è proprio un Marcantonio (180 centimetri), ma qui il sangue gioca a suo favore: non ci arrivo con il fisico? Ci metto la garra sudamericana e tranquilli che non ce n’è per nessuno.
I rigori: metodo Zarate
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Dilan Zarate, specialista per davvero. Focus doveroso sugli ultimi quattro, divisi così: uno in semifinale scudetto contro il Sassuolo, uno in finale di Supercoppa contro il Cagliari, uno in campionato sempre ai sardi e uno in Youth League al Liverpool. Il denominatore comune? Sono stati tutti rigori decisivi. Ne spiccano due. A maggio scorso ha spianato la strada alla Primavera di Zanchetta, suo l’ultimo rigore in semifinale contro il Sassuolo: un pugno di giorni dopo i nerazzurri sarebbero saliti sul tetto d’Italia. A fine agosto si è trasformato in Fabio Grosso: Arena Civica di Milano, Inter-Cagliari, finalissima di Supercoppa Primavera. È firmato Zarate il quinto, ultimo e decisivo rigore, l’unico di questi calciato aprendo col destro. Insomma, le gambe non gli tremano mai e anzi, quando il pallone pesa, sembra saperlo domare come fosse un Super Santos nella partitella tra amici in spiaggia.
Storia e... Inter
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Dilan è nato a Cartagena de Indias, nord della Colombia. I primi calci a sei anni al Club Expreso Rojo, altri quattro e fa le valigie col padre direzione Spagna. Lì, un’ascesa continua: Gimnàstic de Tarragona, Tecnifutbol, Cornellà e infine Girona, dove resta giusto una stagione prima della chiamata dell’Inter. Milanese acquisito dall’estate 2023, da qualche mese ha firmato il rinnovo fino al 2029. Chi lo vive tutti i giorni lo racconta come un bravo ragazzo, sempre con la battuta pronta e ben integrato nello spogliatoio. A volte forse (troppo) duro con se stesso: uno che pretende, sa cosa vuole ed è disposto a tutto. Insomma, uno centrato anche di testa e pure questa è una notizia niente male. Qualche numero. Quest’anno ha già giocato venti partite tra tutte le categorie, compreso il quarto d’ora finale in Ospitaletto-Inter U23, sedicesimi di Coppa Italia Serie C: l’esordio tra i grandi. Tre finora i gol, numeri perfettamente in linea con quelli delle due stagioni precedenti. Nel 2024-25 si è diviso tra Primavera e U18, annata chiusa alzando al cielo lo scudetto. Nel 2023-24 è invece stato un vero stakanovista: 39 partite tra U17 e U18, e come premio l’esordio in Youth League da giovanissimo.
Nazionale e idoli
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In tutto questo, la nazionale spagnola non è rimasta a guardare e Paco Gallardo, selezionatore dell’U19, se l’è portato dietro per la SNS International Cup, dove la Roja ha incontrato Giappone e Austria. Tutto questo nonostante un piccolo guaio fisico rimediato in Youth League contro il Liverpool. E la Colombia? Lo rimpiange. “Ti sei addormentata Colombia? Dilan Zarate, il ragazzo di Cartagena, convocato nella Spagna under 19”, scrivono di lui in patria. Già lo vivono come un rimpianto, intanto un media spagnolo gli ha fatto creare il suo calciatore perfetto. Gusti niente male, quelli del giovane Zarate: sceglie il destro di CR7, il sinistro di Messi, la velocità di Vinicius, il tiro di Kane, il passaggio di Kross, il dribbling di Neymar, la resistenza di Kanté e l’intelligenza di Iniesta. Non gli hanno chiesto a chi affiderebbe il rigore della vita, anche perché probabilmente avrebbe risposto così: Dilan Zarate.








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