Report-Garante, il nuovo scontro è sugli occhiali Meta

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Tra Report e il Garante per la Privacy è ancora scontro. Ad accendere la miccia, alla vigilia della puntata di domenica, è un servizio sugli smart glasses di Meta, anticipato in sintesi sui social del programma.

Un'inchiesta giornalistica "destituita di ogni fondamento, frutto o di una scarsa conoscenza della disciplina della materia o, peggio, di mala fede", tuona l'Autorità, auspicando che "il programma si astenga dal trasmettere, nei termini annunciati, il servizio".

Ma Sigfrido Ranucci non ci sta: "Siamo di fronte all'ennesimo tentativo di bloccare la messa in onda di una trasmissione Rai da parte del Garante". All'azienda in ogni caso - si precisa da Viale Mazzini - non è arrivata alcuna richiesta formale di bloccare il servizio né il programma.

Una settimana fa, invece, il componente del collegio Agostino Ghiglia aveva diffidato la redazione dalla messa in onda del servizio sul suo coinvolgimento nella procedura che aveva portato alla multa sul caso dell'audio di Sangiuliano. Inchiesta poi regolarmente trasmessa.

Il focus stavolta è su un incontro, avvenuto a ottobre 2024, tra Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia "prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni". "Il primo modello di smart glasses è stato sotto la lente dell'Autorità - spiega Report sul suo profilo Facebook - perché avrebbe violato alcuni aspetti relativi alla privacy sia degli utilizzatori sia delle persone riprese. I dipartimenti propongono una multa di 44 milioni di euro, ma il collegio non è d'accordo. Il giorno dopo l'incontro tra Agostino Ghiglia e Angelo Mazzetti, responsabile istituzionale di Meta in Italia, la multa viene abbassata. Alla fine Meta pagherà la sanzione?".

"Ad agosto 2024 il collegio, non sapendo come gestire questa nuova tecnologia, ipotizza l'archiviazione del procedimento o il rinvio all'autorità irlandese, ma tra i garanti c'è chi ipotizza un danno erariale", viene ricostruito nella clip, che riporta una presa di posizione di Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante: "Qui c'è una sanzione da 44mila euro che noi non irroghiamo. Di 44 milioni! Qui ci possono essere anche altri profili di responsabilità, d'accordo? Perché comunque sono soldi che non entrano nelle casse dello Stato. Questa è una vicenda delicatissima e molto, molto seria. E io non mi assumo la responsabilità".

Il giorno dopo l'incontro tra Ghiglia e Mazzetti - è la ricostruzione di Report - "il Collegio, avendo ammorbidito la posizione di Meta, riduce la multa da 44 milioni di euro a 12 milioni e mezzo. La sanzione passa dall'1% del fatturato annuo allo 0,28%".

Per l'Autorità "nessun rischio, neppure potenziale, di danno erariale è mai stato configurabile nel corso del procedimento nell'ambito del quale il Collegio ha, semplicemente, ritenuto - all'esito di un'articolata discussione di una fattispecie nuova e particolarmente complessa mai affrontata da nessuna altra Autorità di protezione dei dati personali in Europa - di non aderire a una mera proposta sanzionatoria proveniente dagli uffici responsabili dell'istruttoria, non condividendone i presupposti di fatto e diritto".

Di qui l'auspicio che, "preso atto di quanto precede e svolti i necessari approfondimenti in diritto, il programma si astenga dal trasmettere, nei termini annunciati, il servizio relativo agli smart glasses", è l'esortazione del Garante, che si riserva "ogni opportuna valutazione in ordine alle iniziative da assumere nelle sedi competenti".

Ranucci va avanti: "Non lo dice Report che c'è un possibile danno erariale, ma lo dice lo stesso membro del Garante nella persona della professoressa Ginevra Cerrina Feroni: lei stessa ipotizza il danno erariale, lei stessa ipotizza delle responsabilità, non siamo certo noi a dirlo. Noi raccontiamo un fatto così come si è svolto. Piuttosto spieghi perché hanno fatto sparire quel provvedimento. Di questo si dovrebbe occupare la Corte dei Conti, alla quale spetta pronunciarsi su un possibile danno erariale. E se lo sa la Corte dei Conti, è grazie a Report. Abbiamo fatto una semplice operazione di servizio pubblico", conclude.

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