Raspadori punta l'Inter: "Loro avranno voglia di riscatto, ma l'Atletico ora va alla grande"

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Rivale in Champions dei nerazzurri: "Sono passato da Conte a Simeone: entrambi super esigenti, ma ti tirano fuori la voglia di dare tutto in campo. Sono felice di aver scelto Madrid"

24 novembre - 21:37 - MADRID

Giacomo Raspadori è uno abituato a pensare positivo. Il momento attuale potrebbe indurre a un cauto pessimismo, per lui pochi minuti nell’Atletico, per l’Italia il terzo playoff Mondiale, ma lui vede il bicchiere mezzo pieno, sorride tanto ed è pronto a colmarlo del tutto. Prima col Cholo e poi con Gattuso. 

Partiamo dalla Nazionale. 

“Ci tocca il playoff. Lo sapevamo, e sappiamo quanto è importante per noi e per l’Italia intesa come Paese non fallire, siamo consci di quanto ci ha pesato non essere al Mondiale nelle ultime due edizioni. Ora la Nazionale ha delle difficoltà ma nelle avversità ci siamo sempre esaltati e vogliamo farlo anche questa volta per raggiungere un obiettivo che non può essere mancato”. 

Se le dico che sembra più una cosa psicologica che tecnica? 

“Quando le cose vanno male non c’è mai una sola motivazione. Noi sappiamo di avere tante qualità, morali e tecniche. Dobbiamo lavorare partendo da questa base e far di tutto per amplificare e rendere evidenti i nostri pregi senza avere dei vuoti come ci è capitato di recente. I giocatori ci sono, la squadra è forte, l’allenatore ci prepara bene. Abbiamo tutto per farcela”. 

Cosa manca? 

“Andare al Mondiale”. 

Ci penseremo a marzo. Intanto dopodomani c’è Atletico-Inter. 

“Una partita molto importante per il percorso in Champions. Noi fin qui abbiamo perso due partite difficili in Inghilterra e vinto due volte in casa. Se vogliamo arrivare tra le prime 8 dobbiamo fare di tutto per allungare la serie”. 

E come state? 

“Bene. Veniamo da una serie di risultati positivi (5 vittorie di fila, ndr) e i 3 punti presi a Getafe sono stati pesantissimi. L’anno scorso lì avevamo perso, vincere questo tipo di partite in cui si fa fatica è importante, il tempo ci dirà quanto importante ma ora in classifica siamo lì, a 4 dal Real Madrid. Dopo un inizio complicato ci siamo ripresi alla grande”. 

In Liga avete sempre segnato, e siete sempre andati in vantaggio. 

“Un dato per me molto importante, fa capire quanto l’approccio alle partite sia sempre quello giusto. Se entri in campo e vai in vantaggio vuol dire che sei connesso bene con ciò che hai preparato”. 

A Getafe è stato determinante col cross che ha generato l’autogol dell’unico gol della serata. Simeone dice che non sta essendo granché giusto con lei. 

“Lo ringrazio, ma sapevo che avrei trovato grande concorrenza. E ci sono abituato perché anche a Napoli era così e la cosa ti aiuta a tirare fuori il meglio, in campo e in allenamento. Devo essere pronto e lavoro per quello, per sfruttare le possibilità che mi vengono offerte. Poi è chiaro, io sono un tipo molto ambizioso e vorrei giocare sempre, ma per ora va bene così, in attesa di maggiore continuità è una qualità anche quella di farsi trovare pronto quando ti chiamano. Sono felicissimo della mia scelta”. 

E come è arrivata? 

“L’Atletico ha mostrato interesse e io non ho avuto dubbi, ho preso al volo quella che considero un’opportunità di crescita calcistica e umana. Ho sempre seguito e ammirato la Liga e l’idea di provarla mi attraeva. Poi è chiaro, non è facile andar via da Napoli, una città unica, piena di passione di amore per il calcio dove sono stato benissimo e ho vinto due scudetti in 3 anni, e dal Napoli, per quello che mi hanno dato società, compagni e tifosi. Ho vissuto un’esperienza incredibile”. 

Era finito anche nel mirino dell’Inter. 

“C’è stato interesse, ma mai qualcosa di veramente concreto”. 

Ha visto il derby? 

“Il secondo tempo. Bello, ben giocato, mi è piaciuto. Partite così si vincono e si perdono su situazioni, episodi, momenti, ed è andata bene al Milan”. 

Che Inter si aspetta? 

“Determinata e con la voglia di riscatto post derby. Finora in Champions ha fatto un ottimo percorso. È vero che ha battuto rivali che sono nella parte bassa della classifica ma ha fatto quello che doveva fare, e in Champions non è mai semplice con nessuno”. 

L’Inter ha superato la Roma ma ha perso con Napoli, Juventus e Milan. 

“Perdere partite importanti può influire sull’umore della squadra, ma io conosco tanti giocatori dell’Inter e so che forza mentale hanno. Sanno come rialzarsi, cosa fare dopo una delusione, è un gruppo forte e arriveranno motivati”. 

Ricordi personali? 

“Il gol a San Siro col Sassuolo, appena prima del Covid. A segno io e Scamacca, gran partita. E poi ovviamente il testa a testa per il titolo della scorsa stagione, emozionante e avvincente. Quando facemmo 0-0 a Parma e loro 2-2 a San Siro con la Lazio la tensione era alle stelle. E pochi giorni dopo la vittoria col Cagliari e la liberazione”. 

Conte e Simeone? 

“Hanno tantissime cose in comune. Sono super esigenti, se devono dirti una cosa te la dicono senza esitare e senza tanti giri di parole, un grande punto a loro favore per come la vedo io. Hanno metodi differenti di allenare, qui si fa meno volume, meno tattica, ci si concentra di più sul lavoro di intensità con la palla, ma entrambi trasmettono grande passione ed energia, ti tirano fuori quella voglia di dare tutto in campo in termini di sacrificio e di dedizione che poi si riflette nelle loro squadre”. 

Serie A e Liga? 

“In Italia il calcio è più tattico, di studio. Qui ho notato subito una grande differenza di intensità, in campo e in allenamento. È un modo di giocare diverso, per me molto stimolante: tutte le squadre cercano di fare la partita e a me la cosa piace. È esattamente come me l’aspettavo, rispecchia l’idea che mi ero fatto seguendo la Liga da lontano”. 

Lei è molto amico di Giovanni Simeone, ora gioca col fratello ed è allenato dal padre. Poco abituale. 

“Si, ma il mister e Giuliano sono molto bravi a gestire una cosa non semplice. Se uno non dovesse sapere chi sono non si accorgerebbe che sono padre e figlio. Giuliano è un bravissimo ragazzo, ama questa squadra e aiuta molto a fare gruppo. Ha facilitato tanto il mio inserimento”. 

Beh, per quello bisogna menzionare anche il suo ottimo castigliano. 

“L’avevo studiato a scuola e anche se ho finito gli studi da qualche anno mi era rimasto lì ed è tornato fuori. Mi piaceva tanto e quando una materia ti appassiona la studi di più. E oggi ne traggo i benefici”. 

E Marcos Llorente? Che tipo è? 

“Un personaggio. Parliamo, gli chiedo, mi informo. Ha delle idee che sono sicuramente valide e interessanti. Nello spogliatoio mette sempre la luce rossa e arancione a seconda dei momenti, e anche questo aiuta a fare gruppo e a creare un bell’ambiente. Un tipo senz’altro positivo”.

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