Prima i gol, poi gli errori di un'Italia a doppia faccia: con l'Ucraina finisce 2-2

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Gli azzurrini di Nunziata vanno avanti due volte, con Fabbian ed Esposito, ma poi si fanno raggiungere. Buono il debutto di Palestra, Pafundi sottotono

Alex Frosio

Giornalista

19 novembre - 22:55 - MILANO

L’Italia c’è, ma non dura ancora abbastanza. Nell’ultimo impegno del 2024 l’Under 21 infila un altro 2-2 dopo quello con la Francia: l’Ucraina ha un pedigree meno scintillante ma da qualche anno si è installata ai vertici del calcio giovanile europeo. Dunque anche questo pareggio di La Spezia conferma la tenuta degli azzurrini. La cattiva notizia è che la squadra di Nunziata non riesce a mantenere il livello (ottimo) dei primi tempi: 2 gol incassati nella ripresa con i Bleus, quando però l’Italia aveva avuto prima le occasioni per triplicare e poi aveva comandato il finale di partita creando più degli avversari, uno, quello del definitivo 2-2, con l’Ucraina, senza nemmeno un tiro in porta azzurro. E dire che nell’ultimo terzo di gara il ct Nunziata aveva pure inserito qualche "titolare" per rinsaldare una formazione partita con tante "seconde linee", ma gli ingressi non hanno proprio funzionato.

i debuttanti

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Nella distinta spiccano il nome di Simone Pafundi, al debutto con l’Under 21 due anni dopo quello con la Nazionale maggiore. Il talentino di proprietà dell’Udinese, fino a fine dicembre in prestito al Losanna, inizia con ottime intenzioni e con qualche tocco dei suoi. Ma a rubare l’occhio è l’altro esordiente, Marco Palestra: spinge come un forsennato, conduce con il sinistro e crossa con il destro il pallone che Fabbian infila presto per l’1-0, si dimostra sempre attento anche in fase difensiva. Un po’ Ruggeri e un po’ Cambiaso.

le note positive

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Alle prove di formazione si unisce una variazione tattica. L’impianto resta lo stesso ma con Pafundi più vicino a Pio Esposito l’Italia si sistema con una specie di 4-1-3-2: Prati arretra in costruzione tra i centrali, i tre centrocampisti-incursori Fabbian, Miretti e Casadei ruotano in continuazione come succede nell’Italia di Spalletti. Si scambiano in orizzontale e in verticale, restando sempre molto vicini. Così l’Italia sviluppa gioco fluido con combinazioni strette avanti indietro che permettono agli azzurrini di imporre il proprio possesso. Il dominio territoriale si esprime nel vantaggio firmato da Fabbian, destro acrobatico su cross di Palestra. L’altra nota positiva riguarda la capacità di difendersi con ordine e di colpire anche senza il supporto del gioco. Quando il possesso dell’Ucraina comincia spesso a mandarli a vuoto, gli azzurrini non lasciano mai o quasi mai occasioni nitide. E tornano avanti anche nelle difficoltà: il 2-1 di Pio Esposito - gol "in casa" - sul finire di primo tempo da angolo di Miretti è un guizzo che dimostra la capacità di stare in partita.

da migliorare

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Il punteggio però denuncia qualche difficoltà. Alle disattenzioni difensive - vedi l’eccessiva disinvoltura di Fabbian che sbaglia e apre all’1-1 - si aggiunge il gap atletico sulla lunga distanza. Nella ripresa i reparti si allungano, gli errori tecnici si moltiplicano. Il 2-2 arriva nel finale, ravvivato dagli sprint di Tsarenko che l’Italia esausta non riesce a contenere: suo l’assist per il 2-2 di Krasnopir. Ci si rivede a marzo, con le ultime due amichevoli prima dell’Europeo.

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