Pozzecco: "Polonara darà all'Italia forza e idee per una medaglia all'Europeo"

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Il ct sente tutti i giorni Achille, ricoverato per una leucemia: "Farà analisi da video e statistiche. DiVincenzo è un grande stimolo. L'esclusione di Mannion? Scelte basate sull’identità di squadra, non sono giudizi"

Giulia Arturi

Giornalista

21 luglio 2025 (modifica alle 23:28) - MILANO

L'estate azzurra è cominciata alla grande: il bronzo europeo della Nazionale femminile ad Atene, un oro europeo dell’under 20 a Creta, il trofeo dell’amicizia dell’under 15, vinto dopo 16 anni in Francia. "Ci sarebbe da fare una riflessione se siamo uno dei Paesi che impiegano meno i giovani", dice il ct Pozzecco. Ora tocca alla sua Nazionale iniziare il lavoro, che ha come obiettivo l’Europeo di fine agosto. 

Come commenta questi risultati? 

"Il grandissimo lavoro della Federazione e del direttore generale Salvatore Trainotti sta dando frutti oltre le previsioni. Con il coinvolgimento di Gigi Datome, il settore squadre nazionali sta facendo qualcosa di straordinario. Sono stato coinvolto e l’aver dato alcune linee guida mi fa sentire parte di un progetto che il presidente Petrucci ha voluto, fidandosi delle persone giuste come sono appunto Salvatore e Gigi". 

Polonara, ricoverato per le cure contro la leucemia a Valencia, ci ha raccontato che vi sentite tutti i giorni. È anche lui che aiuta voi, vero? 

"Sì, ma non è solo questo, ci darà un supporto concreto: la sua conoscenza del contesto, della mia pallacanestro, di tutto l’ambiente lo rende prezioso per noi. Lavorerà attraverso Synergy (un programma di analisi video e statistiche, ndr): attingeremo ai suoi spunti, alle sue idee, alle sue analisi e sono convinto che sarà un valore aggiunto. Ha vissuto questa Nazionale dal primo momento, ha una visione completa di ciò che facciamo. Voglio che si senta realmente parte dell’ambiente azzurro". 

Che cosa ammira dell’uomo? 

"Achille è un giocatore di sentimenti forti: quando ci sono emozioni importanti, tira fuori la sua miglior pallacanestro. Si spinge sempre oltre, diventa immarcabile. E lo può fare soprattutto nelle partite importanti. L’ho avuto a Sassari e in Nazionale: le sue prestazioni migliori con me sono state nei playoff contro Milano e con la Serbia all’Europeo. Gliel’ho scritto: quando ci sono partite che contano, e questa va ben oltre il campo da basket, lui tira fuori il meglio". 

L’iter per il passaporto di DiVincenzo procede, cosa potrebbe apportare alla sua Nazionale? 

"È merito dell’incredibile lavoro del presidente Petrucci, di Gigi Datome e del vicesegretario Tomassi. Sono entusiasta di poter avere Donte: l’ho conosciuto negli Stati Uniti e mi ha lasciato ottime sensazioni. Penso che gli servirà poco tempo per capire il nostro gioco: è sveglio, gioca in Nba, sì, ma ha una naturale predisposizione per la pallacanestro europea. Non sono preoccupato per il suo inserimento, anzi: potrà essere un “boost”, uno stimolo. Ma voglio chiarirlo: pensavo che potessimo vincere anche prima. Donte è una grande risorsa in più". 

Che gioco scaturirà dalla sua squadra? 

"Ho le idee chiare. Ci passeremo la palla, ci aiuteremo in difesa, creeremo un gruppo per cui ognuno vuole essere amato, non solo tollerato, ma in cui si sanno accettare gli errori. Io mi fido dei miei giocatori soprattutto quando non stanno facendo bene: è lì che hanno bisogno di fiducia e considerazione. Sto dalla loro parte fino in fondo. Poi sono fiero dei miei assistenti: è grazie al quotidiano confronto che escono riflessioni, stimoli e soluzioni". 

Che lezione si porta dietro dal preolimpico in Portorico? 

"All’Europeo 2022 e al Mondiale 2023 abbiamo giocato con grande spirito, commovente. La scorsa estate invece è mancato qualcosa, per varie circostanze. Ma quest’anno ripartiamo diversamente, voglio quella carica: Nik Melli e Simone Fontecchio saranno determinanti per ritrovare quelle emozioni. Andremo forte, sempre, a partire dal 5 contro zero in allenamento". 

L’esclusione di Mannion? 

"Come sempre, ne ho parlato direttamente con il giocatore. In Nazionale non devo selezionare i migliori, ma creare una squadra con un’identità, a volte anche a discapito del talento. È una scelta, non un giudizio negativo. Ho dovuto farne altre e sono tutte funzionali a quello che è il momento, gli altri giocatori, lo spazio, le mie idee. Abbiamo fatto tante valutazioni anche sui ragazzi più giovani, per cui mi chiedo sempre se una convocazione è funzionale al loro percorso di crescita. Gallinari? L’ho seguito, merita di essere con noi".

Cosa ruberebbe alle Nazionale femminile che ha vinto il bronzo? 

"Il ct Capobianco ha svolto un lavoro davvero straordinario. Ho visto in campo quello in cui credo: un gruppo disponibile, unito, e tutto tornava poi con la bella pallacanestro espressa e con quanto Zandalasini, super, fosse “dentro” la squadra".

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