Poco feeling, approcci sbagliati, zero guizzi: quello che Spalletti poteva fare. E non ha fatto

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La figuraccia in Norvegia mette il c.t. davanti alle sue responsabilità e azzera anche gli alibi

Andrea Ramazzotti

Giornalista

7 giugno - 17:46 - MILANO

Contro la Svizzera, negli ottavi di Euro 2024, pensavamo di aver toccato il fondo e speravamo che da lì in poi saremmo risaliti. La discreta Nations League disputata invece ci ha illusi e al primo appuntamento con le qualificazioni per i Mondiali del 2026, abbiamo fallito clamorosamente. La figuraccia in Norvegia mette Spalletti di fronte alle sue responsabilità e azzera anche gli alibi del ct, alle prese con tanti infortuni, il rifiuto di Acerbi, la stanchezza di fine stagione e più in generale una "generazione" con poco talento: la scintilla che ha trasmesso al Napoli campione d'Italia, il tecnico di Certaldo alla Nazionale non è riuscito a darla e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. 

feeling

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Con la squadra non c'è mai stato un feeling a prova di bomba. Soprattutto durante gli Europei, quando Lucio aveva ammesso di aver riempito la testa dei suoi, ma anche dopo le cose non sono andate meglio. Perché il ct ha i suoi percorsi mentali, le sue regole dentro e fuori dal campo e i suoi "codici": stando insieme tutti i giorni come nelle squadre di club sono più facili da metabolizzare. In Nazionale il modo di fare di Spalletti non ha attecchito. La sua proposta di calcio non è mai stata recepita e i cambi di modulo, la difesa a tre e a quattro alternate, hanno creato instabilità e incertezze nei calciatori che a Coverciano si trovano a lavorare in un modo e la volta successiva in un altro. 

carattere

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Una conseguenza è il modo in cui la squadra è scesa in campo, diciamo dall'ultima gara del girone contro la Francia in poi. Nelle ultime quattro partite abbiamo sempre sbagliato l'approccio, segnale che il gruppo non recepisce le indicazioni del suo allenatore. E quando andiamo sotto, fatichiamo. In Germania a marzo almeno abbiamo reagito dopo il 3-0 del primo tempo e nella ripresa abbiamo pareggiato per 3-3. Forse quella rimonta ci ha illuso. In Norvegia ci hanno messo sotto nettamente e non ci hanno mai fatto tirare in porta, se non nel recupero. Se la squadra seguisse il tecnico, almeno ci sarebbe stata una reazione nella ripresa e invece le urla all'intervallo non hanno dato nessun effetto. Troppi gol - In Nations League la difesa non ha mai trasmesso sicurezza. Non abbiamo preso gol solo in Belgio, nella vittoria contro i Diavoli Rossi, ma nelle altre gare la porta di Donnarumma e Vicario è stata sempre violata. Ci siamo difesi con la linea a quattro, poi con quella a tre, ma le cose non sono cambiate. Anzi dalla seconda sfida contro la Francia, passando per le due dei quarti di Nations contro la Germania e infine nel match di ieri contro la Norvegia, le reti al passivo sono state ben 11. E avrebbero potuto essere molte di più. Se una squadra non si sente sicura nella fase non possesso, sbanda. La dimostrazione sono i tanti gol subiti su calcio piazzato: a Oslo non ne abbiamo presi ma in precedenza... 

schemi

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Alla Roma, all'Inter e al Napoli Spalletti ha sempre avuto un'intuizione dal punto di vista tattico che ha cambiato la squadra. In Nazionale no. Dal punto di vista della comprensione del gioco e delle idee è considerato dai colleghi un profondo conoscitore, uno che ha guizzi importanti. In Nazionale non ha inventato niente, non ha dato la scossa e tutti hanno reso meno di quanto fanno con il club. Non è da Spalletti che i talenti li valorizza, non li fa appiattire. E pure del suo calcio arioso e spettacolare si sono viste timide tracce: nella vittoria a Parigi, nel primo tempo contro il Belgio, nella ripresa in Germania. Troppo poco.

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