Da un lato Madama si alleggerirebbe di un ingaggio da 12 milioni e incasserebbe una bella somma, dall’altro perderebbe l’unico attaccante che nell'ultima stagione – per quanto non memorabile – è arrivato in doppia cifra
C'è stata, c'è e soprattutto ci sarà una Juve con e senza Vlahovic. Un Mondiale per dirsi addio, trovare un'altra sistemazione e lasciarsi senza rancori. Il dossier Dusan, anche con Comolli, è un fascicolo aperto sul tavolo e allo stesso tempo una questione il cui epilogo va oltre qualsiasi cambiamento societario.
costi e benefici
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È finito un ciclo. Dusan continuerà a segnare altrove, Madama dovrà trovare chi potrà garantirle gol e quella doppia cifra che anche in questa ultima stagione - non certo memorabile - DV9 è riuscito a centrare. Dieci gol in campionato, 4 in Champions e 1 in Coppa Italia; senza Vlahovic la Juve perde un attaccante che non è mai sceso al di sotto dei 14 gol totali in un'annata, che può giocare come unica punta o a due lì davanti, che sa sacrificarsi quando ce n'è bisogno e che sa come esaltare i tifosi. Certo, Dusan è (è stato) anche quello dell'errore a porta vuota in Juve-Parma o quello dello svarione a centrocampo che spalanca le porte all'Atalanta per il 4-0, ma alla fine la qualificazione in Champions e l'obiettivo comunque raggiunto hanno avuto anche il potere di archiviare le sviste. Sue e non solo. Se poi lasciamo il campo - ribadendo che il post Vlahovic dovrà garantire gol e riportare entusiasmo - e entriamo nel terreno del mercato, lì i discorsi si legano ai bilanci e si fanno con il denaro. Una Juve alleggerita dell’ingaggio da 12 milioni e che incassa decine di milioni (30 la prima offerta del Fenerbahce, 40 la richiesta) può regalarsi un certo tipo di mercato e un futuro ancora più sostenibile dopo il già importante ridimensionamento del monte ingaggi dell'annata passata. E un addio di questo tipo non sarebbe certo dei più amari.