Dieci anni dopo l’assoluzione definitiva dalle accuse di corruzione e truffa quando era ad un passo dalla Fifa: "Erano con me 150 federazioni. Infantino non c’entra con la squalifica, ma si è tenuto il posto"
Dal nostro inviato Fabio Licari
24 ottobre - 08:18 - TORINO
"Signor Platini? Siamo della polizia svizzera. Vorremmo farle domande su un pagamento che ha ricevuto dalla Fifa anni fa…". Settembre 2015, il mondo crolla addosso a Platini che non capisce di cosa si tratti ma sente uno strano brivido. Non è la storia tragica di Detenuto in attesa di giudizio, uno straordinario Alberto Sordi diretto da Nanni Loy e vittima di un incredibile errore giudiziario che lo costringe al carcere prima che la verità emerga, quando è ormai un uomo finito. Ma resta un episodio squallido tra malagiustizia, complicità e complotti politico-sportivi che forse mai saranno svelati. "Non sono un uomo distrutto. Io ho vissuto bene, la famiglia e gli amici mi hanno aiutato. Non sono diventato presidente Fifa, ma… che importa".
storiaccia
—
Poteva succedere a un uomo qualunque, nessuno avrebbe immaginato per Platini dieci anni d’inferno, dal 2015 a oggi, con l’accusa infamante di truffa, falso in documenti, gestione infedele, in breve di essersi fatto corrompere con due milioni di franchi svizzeri. Una storiaccia chiusa soltanto ad agosto con l’assoluzione definitiva, dopo tre condanne sportive tra Tas e Fifa, due assoluzioni penali e addirittura un fermo di polizia senza senso per le indagini su Qatar 2022. Platini ora racconta tutto quello che gli è successo, uno sfogo liberatorio. Ieri sera l’ha fatto al Teatro Carani, a Sassuolo, invitato al Festival della giustizia penale, intervistato dal vicedirettore del Messaggero Alvaro Moretti.
tangente e fisco
—
Comincia tutto a fine 2015, mentre la Fifa sta implodendo dopo che l’Fbi ha fatto irruzione, a maggio, nell’hotel di stralusso dove risiedono i delegati del Congresso. A Obama era stato promesso il Mondiale 2022, finito poi in Qatar per strane vie: l’America decide allora di scoperchiare tutto il malaffare di Zurigo e abbatte il potere di Blatter. Platini, presidente Uefa, sente che la Fifa è vicina: "Mi sostenevano in 150 federazioni". Ma alla procura di Zurigo uno sconosciuto dice di avere le prove di un pagamento di 2 milioni di franchi da Blatter a Platini nel 2011. Formalmente, per il lavoro svolto da consigliere del presidente dal ’98 al 2022. In realtà, questo è il sospetto, per averlo aiutato a farsi rieleggere proprio nel 2011. Il pagamento è vero, l’accordo c’è, il lavoro c’è stato. Piccolo dettaglio: Platini ha denunciato al fisco svizzero quel denaro. Sarebbe il primo corruttore che paga le tasse sulla tangente…
tutto deciso
—
Eppure comincia l’odissea. La Fifa, ormai senza più Blatter, diventa il primo accusatore di Platini. Il comitato etico di Zurigo lo squalifica a dicembre per 8 anni: "Un’avvocatessa di Trinidad & Tobago, scelta dal presidente Fifa, mi ha fatto domande ma mi ha incriminato prima delle risposte. Da Trinidad, in video. Volevano solo farmi fuori". Il sospetto è questo: impedire che diventi il presidente. Obiettivo raggiunto. Platini ricorre, naturalmente, e a febbraio la corte d’appello Fifa riduce la pena a 6 anni che diventano poi 4 a maggio al Tas. Ma sempre un’enormità, troppo per tornare in politica. "Difficile vivere così. Non per me, ma per la famiglia. Le nipotine andavano a scuola e gli dicevano: 'Tuo nonno è un corrotto'”.
il pm persecutore
—
Le cose si complicano perché, parallelamente all’inchiesta sportiva, prosegue quella penale. Il procuratore svizzero Thomas Hildbrand è spietato con Platini e Blatter e, nel processo cominciato a marzo 2022, chiede per loro un anno e otto mesi con la condizionale. La storia s’intreccia poi con quella dei Mondiali 2018 e 2022 assegnati a Russia e Qatar contro ogni evidenza e ogni dossier. Un caso conclamato di corruzione. Platini ha votato Qatar su richiesta dell’allora presidente Sarkozy “per ragioni di Stato”, ma nel 2019 subisce addirittura la vergogna di un fermo di polizia a Nanterre, inutile, ma molto mediatico e che può metterlo in cattiva luce con i giudici svizzeri.
prima assoluzione
—
Platini e Blatter sono comunque assolti in primo grado dalle accuse: “La frode non è stata accertata con una probabilità al limite della certezza”, scrive il giudice. Blatter è co-imputato ma non alleato: "Voleva morire alla Fifa, non mi ha aiutato a diventare presidente". Nella procura di Zurigo non tira però una bella aria: si scopre che il procuratore Michel Lauber ha incontrato in segreto, tra il 2015 e il 2017, Gianni Infantino. Le accuse di collusione cadono nel 2023, ma Lauber, che aveva negato gli incontri, deve dimettersi. "Infantino non c’entra niente con la squalifica sportiva, però mi aveva detto: appena torni, ti do il mio posto. Non è successo".
il contropiede
—
Hildbrand ricorre, chiedendo esattamente la stessa pena, ma a marzo 2025 la corte d’appello federale assolve ancora Platini e Blatter per “dubbi insopprimibili sulla realtà dei fatti descritti dall’accusa”. Il pm non ci fa una bella figura, la sua sembra persecuzione, e infatti ad agosto si arrende lasciando scadere i tempi per il nuovo ricorso: l’assoluzione di Platini è definitiva. Dopo dieci anni tra interrogatori, tribunali, titoli sui giornali e le facce della gente "che a un certo punto mi credeva un bandito". Finita, anzi no, perché "ce l’ho con chi mi ha fatto del male. Lotterò contro l’ingiustizia. E ora partirà il contropiede: molto trapattoniano, no?".









English (US) ·