Platense da record! Campione d'Argentina per la prima volta nella storia

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Dopo una stagione inseguendo un unico obiettivo, i ragazzi di Gomez e Orsi hanno vinto per la prima volta il titolo con un cammino incredibile

Alessandro Savoldi

Per il Club Atletico Platense sono giorni da ricordare: el Calamar batte l'Huracan 1-0 e vince per la prima volta il campionato d’Argentina. Un successo storico e inatteso viste le avversarie incontrate sin qui. Scopriamo il percorso del club con sede a Vicente Lopez.

Il percorso del Platense: da underdog a matagigantes

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I playoff del Platense sono stati semplicemente pazzeschi. Agli ottavi la squadra allenata da Favio Orsi e Sergio Gomez ha eliminato il Racing, fresco vincitore della scorsa Copa Sudamericana. Una vittoria incredibile per 0-1, nel caldissimo Cilindro de Avellaneda, arrivata solo negli ultimi 10 minuti con rete di Orsini. Poi è stata la volta del River ai calci di rigore, ancora una volta in trasferta, al Monumental. Dopo una partita condotta dal 12', il rigore dell’1-1, molto dubbio, trasformato da Mastantuono al 102’ avrebbe mandato ko chiunque. Invece dal dischetto a tremare sono state le gambe dei padroni di casa.

In semifinale è toccato al San Lorenzo, ancora una volta con il Platense fuori casa, nel Nuevo Gasometro. Come agli ottavi, un gol nell’ultimo terzo di gara ha deciso la partita. Questa volta a segnarlo è stato Zapiola. Infine, stesso copione in finale, contro l'Huracan: dopo lo 0-0 del primo tempo, i marroni sono passati in vantaggio al 63’, con gol di Mainero. Quanto basta per vincere mettere le mani per la prima volta sul campionato argentino e per guadagnare un nuovo soprannome: ‘los Matagigantes’, ‘gli ammazzagrandi’. 

La rivincita dopo tanti anni difficili e la forza del gruppo

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Una storia assurda, soprattutto se pensiamo a come il Platense ha iniziato questo millennio. Nel 2000, infatti, la squadra si trovava in seconda serie, dopo un passato in Primera Division. Il periodo tra il 2011 e il 2018 è stato il più complicato, con 8 stagioni passate in Primera B Metropolitana, la terza divisione del calcio albiceleste. Poi nel 2018 il ritorno in B Nacional, nel 2021 una seconda promozione, 22 anni dopo l’ultima volta, in Primera Division.

Nel 2023, a dirla tutta, il Platense ci era già andato vicino, perdendo la finale di Copa de la Liga contro il Godoy Cruz. Furono lacrime amare quella sera, sono lacrime dolcissime oggi, per un popolo che non ha mai smesso di seguire la propria squadra.

Nel trionfo dei ragazzi di Vicente Lopez il vero protagonista è il gruppo. Non c’è una stella o un uomo immagine, è una squadra che antepone il ‘noi’ a tutto. Dal capitano Nacho Vazquez, 99 partite con il club giocate tutte come se fossero l’ultima, al numero 10 Taborda, più volte scartato dal Boca Juniors e ora capace di prendersi una enorme rivincita.

L’hombre del partido, però, è Guido Mainero. Autore del gol vittoria, ha detto a tutti i media argentini che avrebbe segnato in finale. Detto fatto. Minuto 63’, una palla cade in area di rigore e arriva nella sua direzione. Mainero decide di fare la cosa più difficile possibile: calciare al volo di sinistro, non il suo piede. Palla all’incrocio dei pali, momento apicale di una serata e di una stagione da film.

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