Il presidente francese Emmanuel Macron ha lasciato Palazzo Chigi dove ha incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tra i due un bilaterale di circa tre ore, poi la cena allargata alle delegazioni. Il capo dell'Eliseo ha poi fatto rientro a Parigi.
"L'Italia e la Francia, fedeli al loro ruolo di Nazioni fondatrici della costruzione europea, intendono rafforzare il loro impegno comune per un'Europa più sovrana, più forte e più prospera, soprattutto orientata alla pace e capace di difendere i propri interessi e di proteggere i propri cittadini". E' quanto si legge nel comunicato congiunto diramato al termine dell'incontro tra la premier Giorgia Meloni e il presidente francesce Emmanuel Macron.
L'incontro tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron "ha evidenziato forti convergenze sull'agenda europea per la competitività e la prosperità, da attuare in modo ambizioso e accelerato, sulla semplificazione normativa, sugli investimenti pubblici e privati, sull'energia e sulla piena applicazione del principio di neutralità tecnologica e, più in generale, sulle condizioni necessarie a far concorrere le imprese europee ad armi pari". E' quanto si legge in un comunicato congiunto. "Ciò vale anche per i settori in transizione, come l'industria automobilistica e siderurgica, che richiedono un forte impegno europeo, nonché per i settori più avanzati, come l'intelligenza artificiale, le fonti di energia decarbonizzate rinnovabili come il nucleare, e lo spazio, dove i nostri interessi bilaterali ed europei sono collegati".
A più di tre anni dall'inizio dell'aggressione russa e all'indomani dei colloqui tra Ucraina e Russia di Istanbul, il sostegno incrollabile e senza esitazioni di Francia e Italia all'Ucraina è ancora più necessario per raggiungere una soluzione equa e duratura, presupponendo al contempo un ambizioso cambiamento di scala nella difesa europea, sia in termini di investimenti che di sostegno alla base di difesa industriale e tecnologica europea". E' quanto si legge nel comunicato congiunto al termine dell'incontro tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron a Palazzo Chigi. "L'incontro ha inoltre offerto l'opportunità di affrontare altre questioni di sicurezza di rilievo per l'Europa, in particolare in Medio Oriente e in Libia, e di coordinare le proprie posizioni in tema di relazioni transatlantiche, nonché sulla sicurezza economica e commerciale dell'Unione Europea", è scritto ancora nella nota.

Meloni riceve il presidente francese Macron a P.Chigi
Nell'attesa, davanti al tappeto rosso di Palazzo Chigi, è un continuo flash di fotografi. "E' il parterre delle grandi occasioni, c'è molto interesse per questo bilaterale" scherza Giorgia Meloni rivolta al "plotone" di fotografi poco prima di accogliere a Palazzo Chigi Emmanuel Macron. Con grandi sorrisi, le mani strette a lungo, baci sulle guance e qualche parola sussurrata all'orecchio. A dividerli ci sono le garanzie di sicurezza per l'Ucraina, i formati con cui approcciare a livello internazionale il cammino verso la pace e pure l'atteggiamento da tenere con Donald Trump sui dazi, per citare solo gli ultimi dossier su cui sono state macroscopiche le distanze tra Roma e Parigi. Ma ora è il momento del disgelo.
E proprio per appianare divergenze finora complicate da ricomporre, e verificare che si possa "procedere insieme sulle questioni essenziali", come ha fatto sapere alla vigilia l'Eliseo, il presidente francese ha promosso la sua visita in Italia. Dedicata esclusivamente al bilaterale con la premier - che dura a lungo, oltre due ore - seguito da una cena di lavoro.
Una tappa romana necessaria, aveva spiegato sempre l'Eliseo, per dare il tempo a Macron e Meloni di "parlare e approfondire" le materie più urgenti (c'è anche il Medio Oriente, tra l'altro, a vedere i due governi su posizioni non proprio allineate). Tra i due il colloquio sarà franco, e la premier, stando ai meloniani, chiederà al capo di una nazione che ha definito "amica", oltre che alleata, di evitare di incorrere ancora in episodi, come l'oramai famigerata foto di Tirana, che hanno reso plastico lo scontro. "Pari dignità" se si vuole andare d'accordo, il messaggio recapitato al presidente francese, che si intrattiene a Palazzo Chigi fino a sera. Poi la ripartenza per Parigi, senza dichiarazioni alla stampa, e senza passaggi al Quirinale, che certo non può che approvare il riavvicinamento tra i due e che anzi, secondo alcuni avrebbe favorito l'incontro.
Poco prima di ricevere il francese, Meloni aveva avuto uno scambio di circa un'ora con Robert Fico. Su Gaza e della necessità di un "cessate il fuoco" che vale altrettanto per Kiev. E che non tutti i Paesi europei, nella visione del primo ministro slovacco, sembrano volere davvero, convinti che "continuare la guerra sia il modo per danneggiare la Russia".
Col leader nazionalista di Bratislava la premier aveva parlato anche della Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina - che si terrà a Roma a luglio - per la quale confida in una nutrita presenza internazionale. Magari anche dello stesso Macron.
Vanno poste "le basi" per un "rafforzamento delle relazioni" tra due nazioni "fondatrici dell'Unione", avevano fatto sapere anche fonti italiane, sottolineando i "profondi rapporti bilaterali" e la "collaborazione economica "di livello strategico" - magari sbloccando quel Trattato del Quirinale che, al di là dei contenuti, ben rappresenta la sintonia politica tra due paesi cugini. Sul tavolo anche nuove integrazioni tra le due economie con un focus su ricerca e tecnologie d'avanguardia. Ma si guarda anche alle comuni sfide europee, a partire dall'automotive, capitolo su cui Roma confida in una triangolazione con Parigi e Berlino.
Alla premier italiana, oltre alla competitività, stanno a cuore anche i dossier difesa e migranti, senza scordare il "rafforzamento delle relazioni transatlantiche". Il tutto, viene spiegato, con l'obiettivo di costruire "un'Europa più sovrana, più forte e più prospera". Sul tavolo anche le modalità per reperire "le ingenti risorse" necessarie a finanziare le priorità strategiche europee. Con un "mix" che secondo Roma deve prevedere investimenti privati e fondi comuni.
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