Luis Suarez squalificato per 9 giornate dopo aver sputato a un membro dei Seattle Sounders. Pepito Rossi lo attacca: “È un grande attaccante, ma non lo rispetto come uomo. Certi atteggiamenti sono una schifezza”

"È stato stupido. Sarà anche un grande attaccante, ma certi suoi atteggiamenti sono una schifezza". Così Pepito Rossi ha commentato ai microfoni di Boyle Sports l'assenza di Luis Suarez in occasione della vittoria dell'Inter Miami sui Seattle Sounders, nella notte italiana di ieri.
L'attaccante uruguayano stava infatti scontando la seconda di nove giornate di squalifica, tra Major League Soccer e Leagues Cup, comminate in seguito a un suo ennesimo comportamento gravemente antisportivo. Il 38enne, inizialmente squalificato per sei giornate, aveva sputato addosso a un membro dello staff tecnico dei Sounders proprio durante un altro incontro tra la squadra di Miami e quella di Seattle.
Luis Suarez, un gesto che ha dei brutti precedenti
—
Non è la prima volta, del resto, che Suarez si fa notare per le sue reazioni rabbiose: un episodio tra i tanti è il celebre morso a Giorgio Chiellini durante il Mondiale 2014, che gli era costato sette giornate di squalifica e una sanzione preventiva da parte del Barcellona, allora suo club. Un anno fa, in occasione della sua toccante conferenza stampa di addio alla nazionale, il giocatore si era dichiarato molto dispiaciuto del gesto, definendolo il suo errore più grande: "La mia paura è che rimanga quella immagine di me", aveva spiegato, con gli occhi lucidi.
Eppure, solo un anno dopo, lo schema si ripete: di nuovo un gesto inqualificabile, a cui segue una sanzione disciplinare, e subito dopo le scuse ufficiali, questa volta tramite Instagram. "Voglio scusarmi per il mio comportamento", aveva scritto Suarez in una story, cercando di giustificarsi. "Era un momento molto teso e frustrante, e mi rendo conto che queste cose non dovrebbero accadere".
Pepito Rossi: "Suarez? Non lo rispetto come uomo"
—
Come in risposta alle spiegazioni di Suarez via social, ieri sono arrivate le durissime parole di Giuseppe Rossi. L'ex azzurro, attualmente residente negli Stati Uniti, dove dirige una scuola di calcio, e ormai noto per la sua schiettezza, ha commentato così l'accaduto: "Adoro guardarlo giocare, è uno dei migliori finalizzatori degli ultimi vent'anni. Ma fuori dal campo non mi importa chi è, non lo rispetto".
"Se continua a compiere questo genere di azioni, non possiamo dimenticarci di certe cose che ha fatto in passato", ha rincarato Rossi, "Dovrebbe capire che questi episodi non possono succedere, e che rischiano di screditarlo non solo come uomo, ma anche sul campo. È un ottimo atleta, ma per me è importante anche chi sei come persona: diciamo che, se venisse a giocare a New York, non comprerei un biglietto per andare a vederlo allo stadio".