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Mai un italiano così giovane aveva vinto ai Mondiali di atletica. A Tokyo una delle più stupefacenti imprese dello sport italiano
Paolo Marabini
18 settembre - 09:11 - MILANO
Tutti in piedi, è nata una stella. Non che fino alle 15.13 italiane di ieri non sapevamo che Mattia Furlani avesse le stigmate del campione. Perché quando ti trovi tra le mani un ragazzino che a 19 anni - accadde nel 2024 - vince nel salto in lungo il bronzo olimpico, pochi mesi dopo aver conquistato la medaglia d’argento ai Mondiali indoor e ai campionati europei, sai già che la sua esplosione si materializzerà quanto prima. Ma quello che il figlio d’arte cresciuto a pane e salti ha fatto ieri sulla pedana di Tokyo, entra di diritto tra le più stupefacenti imprese dello sport italiano. Un campione del mondo nell’atletica, prima di lui, lo avevamo applaudito soltanto 13 volte in 19 edizioni. Ma mai avevamo celebrato l’oro di un teenager azzurro così giovane, capace in un’occasione tanto prestigiosa di mettere in campo una maturità e una freddezza da veterano.