L'ex attaccante bianconero: "Anch'io ho giocato in scadenza come Dusan, è dura non pensarci. Ma se non si sentisse al pari degli altri non giocherebbe così"
Un ultimo ballo, in scadenza di contratto. Quello che sta vivendo Dusan Vlahovic alla Juventus, Fernando Llorente lo ha provato nel 2012-13, nell’ultima stagione all’Athletic Bilbao prima del trasferimento da svincolato in bianconero. "Nel mio caso – racconta l’ex attaccante spagnolo, ora commentatore per Prime Video - è stata dura. A inizio campionato comunicai al club che non avrei rinnovato il contratto e l’allenatore, Marcelo Bielsa, fu schietto con me: “Non ti farò giocare”. Mi buttava in campo soltanto quando stavamo perdendo".
Si rivede in Vlahovic?
"La situazione contrattuale è la stessa, ma Tudor sta gestendo Vlahovic in modo diverso: è fantastico con lui. Dusan è partito titolare nel derby d’Italia, una delle partite più importanti: un segnale di grande fiducia. L’impressione è che ci sia feeling tra Tudor e Vlahovic. Fidatevi di me: se Dusan non si sentisse trattato alla pari degli altri, non entrerebbe con quello spirito e non segnerebbe ogni volta".
Lei ci pensava che aveva il contratto in scadenza?
"Non pensarci è dura. Però non ho mai fatto ragionamenti del tipo: non mi voglio far male, non rischio. Sapete perché? Perché pensare troppo è il modo più semplice per infortunarsi".
Vlahovic, David e Openda. Il suo preferito?
"Ho un debole per Dusan, però lo scorso anno ho commentato la Champions per Prime Video e contro la Juventus mi hanno ben impressionato tanto David quanto Openda. Se il tecnico fa sentire la fiducia a tutti, la concorrenza è un vantaggio: nella mia Juve eravamo 5-6 punte".
La Juventus è reduce dalla vittoria per 4-3 contro l’Inter e dal 4-4 contro il Borussia Dortmund. Sensazioni?
"Tudor ha trasmesso alla squadra lo spirito Juve, quel fino alla fine che a me hanno insegnato Buffon, Chiellini, Bonucci. Dopo la vittoria nel derby d’Italia e la rimonta in Champions, è giusto che i bianconeri puntino in alto. Confido nella mentalità di Tudor e anche in quella di Chiellini. Magari il lavoro di Giorgio non si vede, ma è prezioso come dirigente ed è quello che permetterà alla società di tornare al top. La Juve in testa alla classifica deve essere la normalità. Speriamo sia l’anno giusto, ma il Napoli resta la grande favorita: Conte è un vincente unico".