L’ex dirigente della Juventus, reintegrato dal Tottenham dopo i 30 mesi di inibizione: "Sono stato molto vicino al Milan, ma se non si è concluso il matrimonio non sto qui a chiedermi perché". Sul patteggiamento a livello penale: "Una scelta responsabile per chiudere la vicenda"
13 novembre 2025 (modifica alle 16:34) - MILANO
"Per il mio carattere, quando ho affrontato questa situazione avevo vergogna di difendermi. Perché ci si difende quando si fa qualcosa di male: io dentro di me ho sempre sentito che non avevo fatto nulla". Fabio Paratici sceglie Sky Sport per tornare a parlare dopo mesi di silenzio. L’ex dirigente della Juventus ha terminato lo scorso luglio i 30 mesi di inibizione legati al caso plusvalenze e il Tottenham lo ha reintegrato nel ruolo di direttore sportivo. Un ritorno al lavoro che però non cancella quanto accaduto. "È stata una vicenda molto lunga. Ti devi confrontare con argomenti mai affrontati, con situazioni che non avresti mai pensato di dover gestire. Alla fine ti senti quasi migliorato come persona. Ma nessuno ha mai spiegato che la Juventus, io e le persone coinvolte siamo stati condannati non per la valutazione 'artificiale' o distorta dei calciatori, ma per un principio contabile che non è mai stato utilizzato prima. E neanche dopo". Paratici insiste poi sul nodo metodologico: "Ci sono decine di criteri per cui la valutazione dei giocatori cambia. Esistono dei range? Certo, un range logico serve agli operatori di mercato. Ma poi si entra in una situazione di soggettività assoluta".
"Il patteggiamento scelta responsabile"
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La decisione di patteggiare nasce da una valutazione pragmatica: "È stata una scelta responsabile. La vicenda durava da 4 anni e mezzo, la squalifica sportiva era già stata scontata e il processo penale era solo all’udienza preliminare. Per gli anni a venire non avremmo avuto nessuna certezza su come si sarebbe conclusa. Anche dal punto di vista lavorativo tutto questo va a inficiare delle possibilità. Quindi abbiamo deciso in maniera responsabile di fare la richiesta di applicazione della pena e chiudere". E conferma un retroscena della scorsa estate: "Sono stato molto vicino al Milan, ma se non si è concluso il matrimonio non sto qui a chiedermi perché".
"Il Tottenham non mi ha mai giudicato"
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La sua nuova stabilità, oggi, nasce soprattutto dal contesto inglese. "Il Tottenham mi ha fatto davvero sentire a casa. Qui non mi hanno mai giudicato, ma sempre supportato e aiutato. Non c’è mai stato un momento in cui abbia sentito dubbi su di me". Poi un flash sui nove anni di dominio bianconero: "Quando vinci ti sembra tutto quasi normale. Ma ripetersi per 9 anni di fila è difficilissimo. Se fai 365 per 9 è un calcolo pazzesco: vuol dire che per quasi 3.500 giorni siamo stati primi in classifica".
Allenatori, Premier e Italia
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Paratici parla anche del suo rapporto con i tecnici: "Ho sempre discusso molto di calcio con i miei allenatori e ho imparato moltissimo da loro: sono preparatissimi. I dirigenti devono supportarli e sopportarli in quello che pensano sia giusto. Siamo lì per aiutarli, non per metterli in discussione". La Premier però, per l'ex dirigente bianconero resta un modello irraggiungibile: "L’approccio è totalmente differente. È un’istituzione, un brand globale pazzesco, pari all’NBA. È vista in tutto il mondo, i diritti sono venduti ovunque tranne in quattro Paesi. Ci sono molte cose da prendere come esempio, diverse da quelle che facciamo noi in Italia". Sul calcio italiano invece non ha dubbi: "Come migliorare il prodotto? Prima di tutto serve lavorare sulle infrastrutture. Stadi e centri sportivi sono fondamentali. Partiamo da questo e poi vediamo cosa succede".
La Juve di oggi e Spalletti
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C’è spazio anche per una riflessione sulla panchina bianconera: "Sono molto legato a Igor Tudor. Mi spiace moltissimo, perché ha meritato questa chance dopo tante esperienze dure e sono dispiaciuto per come sia finita. Per lui e per la Juventus". E su Luciano Spalletti: "È un grandissimo allenatore, non devo essere io a dirlo. Gli auguro tutto il successo possibile".
La Gazzetta dello Sport
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