Oltre 2000 atleti e 17 discipline: c'è una "Olimpiade" dei trapiantati che va oltre lo sport

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La doppia medaglia d'oro di Andrea Sironi ci ha raccontato la 25ª edizione dei Giochi Mondiali dei Trapiantati "life saving"

Francesco Albanesi

13 settembre - 19:19 - MILANO

Senso di appartenenza e famiglia. I "World Transplant Games" sono molto più di un semplice evento sportivo: rappresentano un contenitore di legami, ricordi e momenti di vita che accomunano oltre 2.000 persone provenienti da più di 50 Paesi diversi in tutto il mondo. "Qui non c’è rivalità, ti ritrovi a colazione con tutte persone trapiantate, si respira un’aria incredibile", racconta Andrea Sironi, 61 anni, vincitore di due ori nei 200 stile libero (sotto i tre minuti) e nei 200 misti (sotto i quattro) nella categoria nuoto. La cornice è stata Dresda (Germania), dove dal 17 al 24 agosto è andata in scena la 25ª edizione dei Giochi Mondiali dei Trapiantati, evento biennale che riunisce etnie e generazioni diverse (dai 6 anni agli over 80) sotto un’unica passione: lo sport. "È come un’Olimpiade: ci sono circa 17 discipline. La squadra italiana è organizzata da un’associazione che si chiama Aned. Quest’anno eravamo 58 italiani, pochi rispetto ai 280 britannici, primi nel medagliere. Noi azzurri siamo arrivati settimi (27 ori, 18 argento e 15 bronzo, ndr)".

famiglia e rivalità sane

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Presidente dell’Università Bocconi di Milano, di Assicurazioni Generali e della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, per Sironi è stata la seconda partecipazione ai "World Transplant Games", dopo l’edizione 2019 di Newcastle (due bronzi). "È un evento per celebrare la vita che tutti noi abbiamo ricevuto in dono. Siamo tutti trapiantati ‘life saving’ (cuore, polmoni, fegato, reni…). Qui si respira un’aria familiare. Le rivalità sono sane: io ce l’ho con un americano, un inglese e un australiano. A volte vincono loro, a volte io. Un po’ come Sinner e Alcaraz", continua Sironi. Oltre ai due ori, ha conquistato il bronzo nei 50 stile libero e nei 50 rana, e l’argento nei 100 stile libero: "È stata una grande emozione, non mi aspettavo i due ori. Ho fatto fatica nella vasca a farfalla, ma sono andato oltre le mie aspettative. Non ho seguito una preparazione specifica, solo qualche allenamento: le gare qui vanno per fasce di età, io ero in quella 60-69. Tradizionalmente, nel nuoto, l’Italia non brillava, ma quest’anno siamo andati bene: oltre a me, ci tengo a citare anche Gabriele Marrucci, oro nei 100 rana, e Giona Addorisio, 9 anni, oro nel nuoto e argento nel salto in lungo”. Sironi allarga poi il discorso anche alle altre discipline, come il ciclismo: “Ermanno Manenti (due ori, ndr) ed Enrico Dell’Acqua (un oro, ndr) sono stati fortissimi. Ma anche nel basket l’Italia ha fatto bene".

strutture e inclusione

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Sostenuto dalla moglie Barbara e da due dei suoi tre figli (Enrico e Matteo), Sironi ha voluto anche sottolineare la qualità degli impianti che hanno ospitato l’evento: "Noi atleti siamo sparsi in diversi alberghi, poi ci riuniamo in un centro congressi. Dresda è ricca di strutture sportive: la piscina è olimpionica, c’è un grande stadio di atletica e numerosi campi per altre discipline". Poi regala una chicca: "A volte, quando magari un atleta anziano fatica a terminare la vasca, parte un incitamento totale da parte del pubblico sugli spalti, quasi da stadio. L’inclusione è assoluta". Insomma, i "World Transplant Games" - nati per promuovere la donazione di organi e sensibilizzare sull'importanza della salute post-trapianto -, rappresentano un momento di svago, ma soprattutto di relazioni, sorrisi e amicizie con persone da tutto il mondo. "Il bello è che ci si rivede ogni due anni: i prossimi Giochi Mondiali si terranno in Belgio nel 2027". Anche lì, l’obiettivo sarà quello di includere, e magari creare qualche nuova amicizia. Perché le famiglie, soprattutto quelle fatte di amici, si costruiscono così.

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