Un pompiere vinse a New York: lui non lo sapeva, ma aveva fatto la storia della maratona

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Il 13 settembre 1970, alla prima edizione della corsa più famosa del mondo, parteciparono in 127 e primo arrivò Fred Lebow, vigile del fuoco. Nel 1976 nella scena iniziale del film "Il maratoneta", il protagonista attraversa Central Park: così diventò un appuntamento irrinunciabile per migliaia di podisti

Paolo Marcacci

13 settembre 2025 (modifica alle 21:26) - MILANO

Una felpa sdrucita e il pantalone della tuta pieno di rattoppi, le Adidas Rom quasi sformate ai piedi, Babe corre, dentro Central Park, fissando un punto lontano, indistinto, davanti a sé. Se troppo oltre o no, dipende da lui. Forse per questo Babe ogni giorno annota meticolosamente i tempi dei suoi allenamenti, sopporta gli sfottò di quelli che lo superano, fa finta di non sentire le prese in giro dei suoi vicini di casa, che quando lo vedono rientrare lo chiamano scemo. Perché lo fa, Babe? Perché nel farlo sta già raccontando qualcosa; perché tutti quelli che corrono, indipendentemente dalla distanza, più che da un punto a un altro vanno da un prima a un dopo e questo contiene già un atto narrativo in sé. Chiunque corra, in effetti, si racconta qualcosa nel mentre, a volte anche per non pensare a tutto il resto. Babe in effetti non sembra soltanto concentrato, o comprensibilmente affaticato: Babe appare anche teso, angosciato da qualcosa che i rivoli di sudore che scendono dalla fronte non riescono a lavare via dalla sua espressione, quando la macchina da presa stringe sul suo primo piano. 

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