Al Vittoriale degli Italiani l'eleganza di un'icona senza tempo. Un concerto di emozioni e ricordi tra le hit del repertorio della band britannica e i brani da solista

24 luglio 2025 | 09.02
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Con Morrissey non ci sono mai mezze misure: o lo si ama follemente o lo si odia visceralmente. Del resto, va detto, lui non fa nulla per rendersi simpatico, anzi, sembra che cerchi lo scontro sempre e comunque. Non per questo ovviamente si può sminuire la sua carriera e il suo personaggio sul palco: indomabile, poetico in modo struggente, narcisista, sfrontato e romantico fino all’eccesso, la sua breve avventura con gli Smiths resta una delle pagine più gloriose della storia della musica. Contraddittorio e imprevedibile come pochi.
Nel 2017 lo aveva detto chiaro e tondo: “Mai più Italia”. Era stato fermato dalla polizia romana in via del Corso perché guidava contromano e non l’aveva presa bene. “Questo Paese non mi vedrà mai più”. E invece eccolo, otto anni dopo, in uno dei luoghi più suggestivi in cui immaginare un concerto rock: il Vittoriale degli Italiani, sul lago di Garda. È qui che va in scena la prima delle cinque date italiane del tour 2025. Ma Moz (come lo chiamano affettuosamente i fan) resta Moz, e quindi fino a cinque minuti prima dello show mai dare nulla per scontato, neanche la sua presenza sul palco. Il 23 giugno scorso ha cancellato il live previsto a Stoccolma con la motivazione più Morrissey di sempre: “La band è stanca di viaggiare e le etichette musicali non ci sostengono”. Tradotto: le solite montagne russe di un artista che da decenni flirta col dramma.
Il concerto al Vittoriale è la fotografia definitiva del suo personaggio: romanticismo decadente (l’immagine di Pier Paolo Pasolini e i video vintage dal punk alla musica italiana anni ‘60 ne sono la dimostrazione) anima in costante equilibrio tra disperazione e sarcasmo, e un pubblico che nonostante tutto è ancora qui. Lui ripaga con una scaletta coi fiocchi: ‘Shoplifters of the World Unite’ degli Smiths apre il sipario con una raffica di nostalgia, che raggiunge il suo apice con la magnifica ‘Please, Please, Please Let Me Get What I Want’. Moz entra in scena vestito di nero, reggendo in mano un mazzo di fiori, come da manuale. “È con grande onore che torno in Italia” dice prima di attaccare ‘You’re The One for Me, Fatty’. Con ‘Suedehead’ qualcuno tra il pubblico si emoziona fino alle lacrime. E saranno tante alla fine dello show.
Dal repertorio degli Smiths non mancano ‘I Know It’s Over’ e ‘Last Night I Dreamt That Somebody Loved Me’. In mezzo, perle del repertorio solista come ‘All You Need Is Me’, ‘One Day Goodbye Will Be Farewell’, ‘Rebels Without Applause’, ‘Everyday Is Like Sunday’, (che reinterpreta con una strofa in italiano) e la più dura ‘I Wish You Lonely’. Lui interagisce e scherza col pubblico: “Il tipo alla radio ha detto che avrebbe piovuto in questo momento - osserva sotto al cielo minaccioso - era completamente fuori di testa”. Qualcuno gli urla: “Sposami!” E lui replica: “Quando? Perché?”.
La parabola dell’ex frontman degli Smiths è degna di un romanzo. Dopo aver guidato una delle band più influenti degli anni ‘80, Morrissey si è fatto terra bruciata attorno: litigi con l’ex chitarrista Johnny Marr, dichiarazioni al vetriolo contro l’industria discografica, vegetarianesimo militante, concerti interrotti per motivi bizzarri (memorabile Dallas 2024: lasciò il palco dopo che i fan salirono senza preavviso). Eppure, questa miscela di genio e isteria è proprio ciò che lo tiene vivo nella cultura pop.
I fan di Morrissey sono adepti, lo seguono ovunque e nonostante tutto. Al Vittoriale ci sono quelli che si erano giurati “mai più Moz” e chi lo vede per la prima volta. Stavolta sul palco mantiene il controllo assoluto su ogni aspetto del concerto. Tutto interpretato con la solita aria da outsider che si porta dietro da 40 anni. Ma quando parte ‘How Soon Is Now?’ anche i cuori più induriti si sciolgono. Morrissey, a 66 anni, è questo: un paradosso continuo. Prendere o lasciare. Ma di certo non ignorare. Perché, nel bene o nel male, Moz è ancora capace di emozionare e regalare momenti indimenticabili, come quelli vissuti stasera. (di Federica Mochi)
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