"Non ci sono, da anni, una serie
di elementi per far sì che una squadra funzioni. Manca una
leadership forte, e mancano competenze. Lo dimostra il fatto che
non si arriva neanche a lottare per la vittoria". È la
valutazione che Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente di
Ferrari, ha dato durante un'intervista pubblicata su Quindici,
periodico del Master in Giornalismo dell'Università di Bologna,
alle prestazioni del Cavallino degli ultimi anni.
Anche l'assenza di "una vera squadra", per Montezemolo, è un
altro elemento mancante alla Ferrari attuale: "Io ai tempi
avevo, tra gli altri, Jean Todt, Ross Brawn, Rory Byrne, Stefano
Domenicali. Il problema non sono i piloti, anche con il miglior
pilota se non hai questi elementi non vinci".
"Con gli Elkann non ho nessun rapporto", ha detto in un altro
passaggio dell'intervista. "Avevo rapporti con Gianni Agnelli,
che per me è stato un misto tra un padre e un fratello maggiore,
e anche con Umberto", ha ribadito il fondatore di Italo. "Oggi
sono molto concentrato su quello che faccio. Anche perché, da
quando ho lasciato Ferrari, nessuno mi ha mai chiesto consigli o
idee per migliorare la situazione".
Schumacher? "Era un uomo di squadra. Come Lauda, quando
vinceva era la squadra a farlo". Per Montezemolo sono due i
piloti con cui ha avuto un rapporto profondo. Il primo è Niki
Lauda, "uno dei migliori amici della mia vita e che come me era
giovanissimo quando ha iniziato". Poi c'è il tedesco che ricorda
come "un uomo che aveva la velocità nel sangue. Pensare che si è
fatto male in un banale incidente sulla neve fa soffrire anche
di più".
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