Dialoghi in corso tra allenatore, Tasso e il club: si va verso la permanenza. Le due promesse rossonere verranno cedute per proseguire la crescita, come avrebbe dovuto succedere con la seconda squadra: la retrocessione non aiuta la gestione
Formalmente si sarebbe obbligati a ripartire dalle parole di Geoffrey Moncada: "E' stato il primo anno, giocare in B, in C o in D non è così importante per noi. Per noi è importante creare talento, creare giocatori". Un mese fa il dt rossonero parlava così del Milan Futuro dopo la rovinosa retrocessione in D generata dal playout perso con la Spal (che, ironia della sorte, non ha i requisiti per iscriversi nuovamente in C). Una riflessione che, legittimamente, era stata fatta per provare a spremere un motivo di conforto, ma che aveva sollevato più di una perplessità, altrettanto legittima. C'è qualche punto fermo, però, che infonde fiducia.
categorie
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La certezza - ma questo era stato chiarito fin da subito - è che il progetto proseguirà nonostante la botta dal punto di vista sportivo. Sacrosanto che sia così: l'intera opera, al primo anno di vita, è costata circa 15 milioni e sarebbe un suicidio finanziario e progettuale ucciderla nella culla. E poi - assodato che il ds Kirovski resterà al suo posto - c'è uno scenario che porterebbe alla conferma sia di Oddo, sia del consulente "senior" Tassotti. In questi giorni stanno parlando entrambi con la dirigenza e per tutti e due filtra un certo ottimismo sulla prosecuzione del rapporto. L'altro aspetto basilare della questione verte sulla rimodulazione della gestione alla luce della diversa categoria. Nelle idee della dirigenza, la colonna portante rimane evidentemente la stessa: crearsi giocatori in casa, accompagnare con gradualità i giovani più promettenti verso la prima squadra. In parte è accaduto, a prescindere da tutto è un processo che è stato avviato. Un conto, però, è farlo partendo dalla C e un altro dalla D. Le categorie non sono opinabili: una è professionistica, l'altra dilettantistica, la definizione non è interpretabile. Il primo è per forza di cose un campionato più allenante, l'altro meno, sebbene in entrambi i casi si tratti di palestre utili alla crescita. Ma la distanza tra la quarta serie e la A rischia di diventare eccessiva, soprattutto in alcuni casi.
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Esempi pratici: Camarda e Zeroli in D, avrebbero un senso? Sarebbe utile nell'ottica della loro crescita? La risposta è persino superflua, ed è allargabile anche ad altri profili. Tant'è vero che negli ultimi tempi per Francesco e Kevin si sono fatte largo ipotesi piuttosto concrete di una stagione in prestito altrove. Una buona B, magari, cercando ovviamente una soluzione dove esistano ragionevoli garanzie di impiego. Perché alla fine tutto, o quasi, gira intorno al minutaggio. Riflessioni doverose, da cui ne scaturiscono altre: se il Milan Futuro fosse riuscito a mantenere la categoria, magari con ambizioni maggiori, Camarda e Zeroli sarebbero rimasti? Sarebbero riusciti a vivere quella situazione virtuosa di accompagnamento graduale al mondo dei grandi che la scorsa stagione è stato vissuto molto parzialmente (235' in prima squadra per Francesco, 12' per Kevin, poi dirottato al Monza a gennaio)? Il ragionamento è lecito proprio perché entrambi parrebbero destinati a una stagione in prestito altrove. Un prestito "classico", ovvero come da consuetudine adottata da tutti i club - anche da chi non possiede seconde squadre - per far crescere i propri ragazzi.