Mercedes, Antonelli è già pronto: "Guido con passione, sono competitivo. Il 12? Per Senna"

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Al sito del team tedesco il pilota italiano parla dei suoni inizi in pista e della passione per il pilota brasiliano

Jacopo Moretti

5 febbraio - 11:19 - MILANO

“Questo sport è la mia passione assoluta, ora sono pronto” Andrea Kimi Antonelli il 16 marzo riporterà l’Italia in Formula Uno, quattro anni dopo Antonio Giovinazzi, settanta dopo Ascari, ultimo campione tricolore. Un sogno coltivato sotto la guida di Toto Wolff, che lo volle con sé in Mercedes a soli undici anni, convinto che quel ragazzino che da poco aveva finito le elementari avesse la F.1. nel destino. E così è stato. “Sono uno a cui piace guidare d’istinto – si racconta il bolognese sul sito del team tedesco – quando scendo in macchina mi concentro sempre al massimo. Metto passione e determinazione in tutto ciò che faccio, anche quando gioco a bowling con gli amici… sono troppo competitivo!”

prime volte

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Quello di Antonelli è un percorso fatto di prime volte. Come quando, a soli otto anni, papà Marco lo nascose per farlo entrare nel paddock del GP di Germania. “Nel 2014 eravamo ad Hockenheim e io non potevo entrare nel paddock, ero troppo piccolo – racconta Kimi - così mio padre mi fece salire sul carrello delle gomme. Mi nascosi in mezzo, coperto da un ombrello per non farmi vedere da nessuno. Riuscimmo ad arrivare fino alla pit lane dove un amico di papà mi procurò un pass. Fu un esperienza davvero incredibile e a ripensarci mi viene ancora da ridere…”.

ayrton

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A Melbourne sulla sua Mercedes ci sarà il numero 12, “per via di Ayrton”, spiega lui. “Da piccolo ho guardato i DVD di tutte le stagioni di F.1., dagli anni Ottana fino ai Duemila. Quando vidi Senna rimasi impressionato. Da allora è il mio idolo e anche se non ho mai avuto la fortuna di guardarlo correre so che è stato un pilota ma soprattutto una persona incredibile”. E così la scelta del numero. “L’ho usato fin dalla prima volta in monoposto, in Formula 4. Poi quando sono entrato nel programma junior della Mercedes avevo 12 anni e sembrava fatto apposta… mi ha sempre portato bene e spero continuerà ad essere così anche in F.1”.

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