Protagonista del caso arbitrale dopo 52" dall’ingresso in campo. Garantisce qualità tecnica e rapidità: Max studia una collocazione sulla trequarti con Pulisic e Leao punta
Quando c’è Christopher Nkunku di mezzo, succede tutto incredibilmente di fretta. Fin dal suo arrivo rossonero: il Milan esplorava il mercato alla ricerca di un centravanti di peso, a cui affidare il centro dell’area di rigore. A due giorni dalla fine del mercato ecco l’acquisto a sorpresa dell’ex Chelsea: 68 chili, 1 metro e settantasette di altezza. Non un gigante del reparto, ma un giocoliere da 37 milioni più cinque di bonus. Un jolly offensivo di grande qualità tecnica e velocità d’esecuzione. Doti evidenti fin dal suo arrivo a Milanello, anche se la condizione non poteva essere quella ottimale: Nkunku era stato impegnato a luglio nel mondiale per club con il Chelsea, 86 minuti nella semifinale contro il Fluminense e meno di un quarto d’ora nella finalissima vinta con il Psg. Poi un agosto senza stress: ripresa della preparazione con le riserve dei blues. Ritmo e intensità non erano quelli da Premier, dove infatti Christopher – in questa stagione – non ha mai debuttato. Ecco allora il Milan, una volta che Max si convince che il miglior vestito per il suo Milan sia il 3-5-2. Così, alla prima occasione utile, l’allenatore gli ha concesso spazio: a Milanello si era allenato anche nei giorni di riposo della squadra, seguendo una preparazione personalizzata per rimettersi gradualmente al pari dei compagni. Se al debutto a San Siro era presto per giocare da titolare, Nkunku ha debuttato in corsa e, come si è capito, è andato velocissimo.
Tutto e subito
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Primo piede in campo all’ottantaquattresimo e 29’’. Venti secondi dopo subisce fallo sul rinvio di Terracciano, a palla appena rimessa in gioco. All’85’ e 20’’ è dentro l’area per raccogliere l’invito in profondità di Pulisic: un secondo dopo è atterrato dal bolognese Lucumi, si rialza e ricade sul contrasto con Freuler. Qui l’arbitro Marcenaro indica il dischetto prima di essere richiamato dal Var Fabbri: i due decidono di annullare il rigore ma non considerano la prima spinta, evidente e chiaramente fallosa. Nell’attesa che l’errore arbitrale si compia, Nkunku prende il pallone e aspetta che la battuta dagli undici metri venga autorizzata: sono Pulisic e Rabiot, i primi rigoristi della gerarchia rossonera, a offrirgli la possibilità di calciare. In attesa con il pallone sotto braccio: è l’immagine che il giocatore sceglie per postare una storia Instagram, accompagnata da due emoticon che parlano da sole ed evidentemente riferite all’episodio, una faccina sorridente e una con la mano davanti alla bocca. Una protesta “simbolica” ma efficace.
Riserva di lusso? Macché
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Deciso dentro e fuori dal campo, un altro giocatore che ha portato esperienza e personalità: ha vinto 14 titoli in tre diversi paesi, Francia, Germania e Inghilterra. Cerca il poker in rossonero, e prima ancora la garanzia del posto fisso. Un talento così non può essere considerato una riserva di lusso: Allegri è pronto a una modifica dell’assetto, lasciando la difesa a tre ma aggiungendo un attaccante al posto di un mediano. Il Milan può essere così ridisegnato con il 3-4-2-1 (o 3-4-1-2) con Nkunku trequartista in coppia con Pulisic oppure più avanzato al fianco del centravanti Leao. A Udine, ancora senza Rafa, potrà prenderne il posto (sorpassando Gimenez) se la forma nel frattempo crescerà. Andando così di fretta, può darsi proprio di sì.