Gli Stati Uniti sono necessari per arrivare a una soluzione. I 28 punti del piano Trump sono una base si cui lavorare, e hanno il merito di mettere per la prima volta nero su bianco una serie di questioni: alcuni aspetti sono migliorabili, ma altri già oggi sarebbero accettabili dagli ucraini. Ne è convinta Giorgia Meloni, sicura che l'accelerazione impressa da Washington per mettere fine al conflitto sia un'occasione da non perdere, e di fronte alla quale gli europei devono essere coordinati e muoversi, sia diplomaticamente sia dal punto di vista mediatico, nella stessa direzione.
La premier lo ha ribadito agli interlocutori nei diversi confronti avuti a margine del G20 a Johannesburg. Ha avuto un incontro con i vertici Ue, Ursula von der Leyen e Antonio Costa, nella tarda serata alla vigilia del vertice, e poi ha partecipato alla riunione di coordinamento fra leader europei e del G7. "L'Italia - ha detto durante i lavori del G20 - è pronta a collaborare con i suoi partner europei e americani per raggiungere una pace giusta". Al momento non sembra in vista una telefonata con Donald Trump, ma l'atteggiamento degli americani sarà verificato dal consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, Fabrizio Saggio, che intanto ha lasciato il Sudafrica per volare a Ginevra: insieme agli omologhi di Francia, Gran Bretagna e Germania domani incontreranno funzionari di Ue, Usa e Ucraina per portare avanti il negoziato sul piano di pace.
Oltre all'inviato americano Steve Witkoff ci sarà al tavolo il segretario di Stato Marco Rubio. Un segnale visto da Roma come una evidente accelerazione, dietro cui c'è la volontà di Washington di andare in fondo. La trattativa è direttamente tra Usa e Ucraina. Ma in questo scenario il ruolo degli europei, si ragiona in ambienti di governo, deve essere quello di sostenere Kiev e aiutare a trovare punti di equilibrio.
Il lavoro diplomatico si annuncia complesso su alcuni punti, dal tema degli asset russi congelati a quello dei territori rivendicati da Mosca, passando per il coinvolgimento dell'Europa che, ribadisce il ministro degli Esteri Antonio Tajani, "deve essere protagonista". Alcuni punti sono "inaccettabili" secondo Guido Crosetto, che giudica il piano "molto duro nei confronti dell'Ucraina" anche se rappresenta "il punto di inizio di una trattativa che tutti auspichiamo e per la quale tutti dobbiamo impegnarci senza tregua". Per il ministro della Difesa "Trump ci ha ormai fatto capire, con i dazi, con Gaza ed in molti altri scenari, quale sia la sua tattica: provoca, blandisce, forza, accarezza un giorno, schiaffeggia quello successivo".
A margine del G20 Meloni ha avuto anche alcuni bilaterali, tra cui quello (a cui ha partecipato anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti) con il primo ministro cinese Li Qiang. Un confronto in cui la premier ha "sottolineato l'esigenza di assicurare condizioni di parità alle aziende che operano sui mercati internazionali e di garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento globali, soprattutto per quanto riguarda i componenti essenziali per la produzione industriale".
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