Fabregas ha lanciato la stellina argentina, potrebbe riprenderla in nerazzurro. E poi gli altri obiettivi, i rinnovi e...
Rivoluzioni nella rosa non ce ne saranno: a cambiare i connotati della squadra che solo quattro giorni fa si giocava la Champions nella sciagurata finale di Monaco basta e avanza l’addio di Inzaghi. Rivoluzioni no, ma rivalutazioni magari sì: che il successore di Simone sulla panchina dell’Inter si chiami Fabregas, Chivu o Vieira, a lui toccherà prendere in mano insieme ai dirigenti alcune pratiche aperte. Due nomi su tutti: Acerbi e Frattesi, non a caso simboli opposti della gestione Inzaghi. Il centralone era un intoccabile dell’ex tecnico, mentre il centrocampista sembrava pronto a salutare. E adesso?
acerbi e la clausola
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Adesso tutto rimarrà congelato, almeno fino a quando il nuovo allenatore non prenderà possesso di Appiano. Poi ci sarà da capire. Se a sedersi sulla panchina dell’Inter fosse Fabregas, ad esempio, la centralità di Acerbi nel progetto potrebbe essere messa in discussione: l’ex Lazio si esalta col blocco basso ma le idee del tecnico catalano vanno in un’altra direzione, difesa alta e riconquista. A questo va aggiunto che a febbraio Acerbi compirà 38 anni: la linea verde dettata da Oaktree impone ulteriori riflessioni. Acerbi ha ancora un anno di contratto, ma l’Inter può cambiare il finale della storia. Come? Esercitando una clausola di uscita unilaterale inserita nell’ultimo rinnovo, stessa opzione peraltro presente nei contratti di Sommer, Darmian, Mkhitaryan e De Vrij, gli altri ultratrentenni dell’organico nerazzurro. Quello che è pressoché certo è che Acerbi e gli altri “vecchi” – i cui ingaggi pesano complessivamente circa 21 milioni lordi a stagione nelle casse del club – partiranno per gli Stati Uniti: ogni eventuale decisione è rimandata al ritorno dal Mondiale per club.
frattesi aspetta
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Frattesi era l’uomo del destino — suo il gol vittoria a Monaco col Bayern, suo il gol del 4-3 al Barcellona — che Inzaghi usava col contagocce, a prescindere. Panchinaro fisso, inclusa la finale col Psg durante la quale è rimasto a guardare. I suoi mal di pancia lo avevano portato a un passo dall’addio già a gennaio, quando il pressing della Roma era forte, e la strada sembrava tracciata dopo Monaco, con il Napoli in prima fila. Con un nuovo allenatore, però, tutto può cambiare: da una sua cessione l’Inter può ricavare dai 30 ai 40 milioni, ma con un’altra guida tecnica Frattesi può aspirare a una svolta. L’altro uomo mercato resta Bisseck: in passato l’Inter ha rifiutato una somma vicina ai 30 milioni offerta dal West Ham e gli estimatori, specialmente in Premier, non mancano tuttora. A salutare di sicuro saranno Arnautovic e Correa, in scadenza a fine mese, mentre per Taremi e Asllani verranno valutate eventuali proposte.
nico e cesc
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Al netto di quello che succederà nella rosa attuale, altro c’è da aspettarsi dal mercato in entrata. Perché l’Inter non si fermerà a Sucic e Luis Henrique. Serve un attaccante da affiancare alla ThuLa, e i dirigenti lavorano sul doppio binario Hojlund-Jonathan David, con Bonny sullo sfondo, e poi un centrale difensivo: Lucumi e Beukema sono in cima alla lista ma occhio a De Winter del Genoa. Se Fabregas dovesse traslocare da Como ad Appiano, poi, il nome di Nico Paz potrebbe diventare qualcosa di più di una semplice suggestione. Perché il fantasista argentino lanciato proprio da Cesc piace all’Inter da tempi non sospetti, e l’ingaggio del tecnico catalano diventerebbe una carta in più da giocare nell’affare. Che non sarebbe facile: il Real Madrid sta ragionando sulla possibilità di esercitare il diritto di recompra già adesso, per 9 milioni (nel contratto ci sono altre due finestre, nel 2026 e nel 2027, a salire di un milione). Se Nico tornasse a Madrid, l’Inter potrebbe bussare al Real, chiedere il prezzo del suo gioiellino e provare a imbastire una trattativa, magari un prestito con diritto di riscatto.