Marina Berlusconi: 'Riforma della giustizia urgente, le calunnie devastarono la vita di mio padre'

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"Davanti alle tante discussioni sterili su presunte - e assurde - emergenze democratiche, mi permetto di dire che la nostra grande e vera emergenza è da tempo e resta ancora oggi la giustizia. Purtroppo, e lo dico da figlia, nemmeno la migliore delle riforme servirà più a restituire a mio padre trent'anni di vita avvelenati e devastati dalle calunnie e dalle false accuse". Così Marina Berlusconi, figlia del fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi, in uno dei passaggi conclusivi di una lettera scritta al Giornale, sottolineando che la riforma "sarà comunque un passo avanti significativo verso una giustizia veramente giusta".

Da tempo, afferma, "sono fermamente convinta della necessità di una riforma dell'ordinamento giudiziario: la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, e la riforma del Consiglio superiore della magistratura per ridurre lo strapotere delle correnti".  E si tratta di "una rivoluzione che questo governo ha finalmente avuto il coraggio e la forza di avviare. Sono interventi 'urgenti' - afferma -, ma lo sono ormai da decenni. Esattamente come sarebbe urgente una nuova e vera responsabilità civile dei magistrati. Perché il principio deve valere per tutti e chi sbaglia deve pagare". 

La missiva si apre sottolineando che "in questi giorni la Suprema corte ha respinto definitivamente le tesi della Procura generale di Palermo, che continuava ad attribuire una presunta 'pericolosità mafiosa' a Marcello Dell'Utri. Le conseguenze - afferma Marina Berlusconi - sono di enorme rilevanza, perché certificano che non ci sono mai stati riciclaggi di Cosa Nostra nella Fininvest, né accordi con Forza Italia. La sentenza è quindi un cruciale passo avanti anche sul cammino della verità per mio padre". Una decisione che sui quotidiani, però, "si è trasformata in tutt'altro, cioè in un nuovo scontro innescato da chi l'ha ingiustamente sminuita, con argomentazioni pretestuose e ipocrite". 

Parole, quelle di Marina Berlusconi, che hanno provocato a stretto giro la reazione di Cesare Parodi, presidente dell'Anm.  "Chi fa queste affermazioni ha avuto una risposta in termini di giustizia, mi pare di capire. Allora perché lamentarsi di una giustizia che comunque arriva ad un risultato che viene condiviso?" ha detto in merito alla lettera al Giornale, rispondendo a margine della assemblea dell'Anm.

"Rallegriamoci che, in definitiva, le sentenze siano giuste - ha aggiunto - e non concentriamoci sul fatto che ci sia un percorso lungo, difficile per arrivare alle soluzioni di casi che, alle volte, sono incredibilmente complessi. Qualcuno, però, ha deciso fin dall'inizio che i magistrati hanno sbagliato: è troppo facile fare questo discorso, vediamo la giustizia nel suo insieme".  Parodi ha poi aggiunto "non ho mai detto che la magistratura non abbia commesso degli errori - ha aggiunto - sarebbe assolutamente sciocco dire questo, perché il sistema prevede tre gradi di giudizio. Gli errori della magistratura sono un fatto fisiologico, non patologico, della vicenda singola". 

Nordio; 'Spero in un referendum sulla giustizia in termini pacati'

"Spero sia un referendum da tenere in termini pacati, nell'interesse della politica". C'è il rischio che, nel caso l'esito fosse in una certa direzione, "la stessa politica si troverebbe ipotecata dalla magistratura come è stato a lungo dopo Tangentopoli".

Ne ha parlato oggi, a Treviso, il ministro della giustizia, Carlo Nordio, intervenendo ad un'assemblea dell'Ordine degli avvocati a proposito della consultazione prevista sulla legge di riforma della magistratura. 

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