Annata da incorniciare per l’allenatore del Chelsea. Dopo la Conference e il 4°posto, tenta il grande colpo
Due finali internazionali: una già vinta, in Conference contro il Betis, e una da giocare domani, nel Mondiale per Club contro il Psg. Poi il ritorno in Champions con il quarto posto in Premier League, la valorizzazione della rosa più giovane del campionato inglese che è stata sapientemente dosata per non andare fuori giri. Per un allenatore debuttante ai massimi livelli - Premier e coppe - l’annata di Enzo Maresca è da incorniciare, comunque finisca tra il suo Chelsea e i campioni d’Europa.
Crescita
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Accreditato come appartenente alla vasta famiglia di Pep Guardiola, di cui è stato collaboratore tecnico al Manchester City, l’ex centrocampista della Juve si è messo in proprio due stagioni fa, in Inghilterra. Ci aveva provato anche in Italia, ma gli andò male al Parma in Serie B, nel 2021. Poi era tornato al City e quindi è stato chiamato al Leicester nel 2023, con l’obiettivo di lasciare subito la Championship, la seconda divisione. Missione compiuta e i 14 mesi passati dalla promozione in Premier, la chiamata del Chelsea e quanto sta succedendo ora negli Usa fanno pensare che nel novero degli allenatori che aspirano al posto dei santoni, ci sia anche lui, 45enne dalla crescita continua, che non pensa di essere arrivato, come disse a questo giornale un mese fa. "Ho sempre l’obiettivo di imparare qualcosa e essere più preparato: le partite sono quelle che ti lasciano di più, sia se perdi perché impari da quello che non ha funzionato, sia se vinci perché devi capire come fare progressi".
Lavoro e buonsenso
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È passato più di un anno da quando il Chelsea ha iniziato la stagione, il 9 luglio 2024. Soltanto domani l’atto conclusivo. Sarà il match numero 64 per i Blues, mentre per gli avversari sarà il 65°. Eppure, anche il Chelsea, come del resto il Psg, non è sembrata una squadra a pezzi fisicamente, al Mondiale. Maresca è sopravvissuto anche alla partita più assurda del torneo, l’ottavo contro il Benfica durato 4 ore 38 minuti, tra sospensione per maltempo e supplementari. Il tecnico si era infuriato: "Penso che questo non sia calcio, ma sia una barzelletta". Adesso il clima è molto più rilassato, l’allenatore ha parlato di orgoglio per la finale. Se in tanti aspetti, fra cui flessibilità tattica e rotazioni delle posizioni in campo, ci sono molte somiglianze con Guardiola e Luis Enrique, la ricetta per il successo riguarda anche il dosaggio di un maxi gruppo. Maresca ha ne ha praticamente usati due per competizioni diverse. "Quando giochi ogni tre giorni, serve una rosa numerosa", è stata la spiegazione dopo la semifinale contro il Fluminense. Ma non basta la quantità, servono qualità e condizione; portare tutti allo stesso livello è un lavoro prezioso: "I giocatori devono anche essere pronti, e lo hanno dimostrato".
Turnover
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Se nel Mondiale sono stati 27 i calciatori utilizzati, primo posto, il sito The Athletic ha analizzato tutta la stagione dei Blues e Maresca è sempre davanti a tutti. In Conference sono stati mandati in campo 36 giocatori e nella lista della prima fase non compariva, per scelta, un big come Cole Palmer. Praticamente in quasi tutte le eurogare prima della finale ha disegnato la squadra B, per lasciare le prime scelte alla Premier. Al Mondiale ha avuto l’aiuto dei nuovi acquisti, soprattutto Joao Pedro, preso dal Brighton per 70 milioni e autore della doppietta in semifinale. Ha visto anche Estevao del Palmeiras, 18enne così sfrontato da segnare ai Blues che lo avevano appena comprato. Una volta eliminato, il brasiliano è rimasto con il Chelsea per imparare i metodi del tecnico. Il Chelsea e Maresca sono già nel futuro. Ma se vinceranno il Mondiale, non hanno previsto parate con il trofeo. L’unico desiderio è partire per le vacanze.