Il tennista francese finisce sui muri di Wimbledon per aver perso il match più lungo della storia del torneo, ma la lista degli sconfitti illustri è lunga...
Alle 18.18 del 22 giugno 2010 l’americano John Isner e il francese Nicolas Mahut entrarono sul campo 18 di Wimbledon. Il match, sospeso per oscurità anche il giorno dopo, si concluse il 24 giugno, dopo 11 ore e 5’ di gioco, con il risultato di 6-4, 3-6, 6-7(7), 7-6(3), 70-68. La più lunga maratona nella storia del tennis. Eliminato martedì dal torneo di Parigi, Mahut, a 43 anni, ha chiuso un’ottima carriera, soprattutto in doppio: 5 Slam, 7 Masters 1000, la Davis; 4 titoli Atp in singolo. Ma a renderlo eterno è stata una sconfitta. Lo sa: "Non ero abbastanza forte per fare storia con i risultati, quella partita infinita non sarà dimenticata. All’inizio faticavo a parlarne, ora, quando torno con mio figlio al campo 18 di Wimbledon e vedo la targa col mio nome, provo un immenso orgoglio".
 
        
        
            
        
    gli altri
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Come Edgardo Andrada, portiere del Vasco da Gama che il 19 novembre 1969 subì al Maracanà il millesimo gol di Pelé. Mentre tutti portavano in trionfo O Rei, El Gato Andrada pestava i pugni a terra. Ma si rese contro presto che quel gol era il pass per l’eternità. Infatti, se lo fece scrivere sui biglietti da visita: "Ho subito il millesimo gol di Pelé".
C’è già una fila di portieri pronti per il millesimo di CR7. Si entra nella storia attraverso un arco di trionfo, ma anche per la porta stretta di una sconfitta. Più di Achille, abbiamo amato Ettore, il perdente, il suo struggente addio ad Andromaca e al piccolo Astianatte. Ha ragione Rudyard Kipling, vittoria e sconfitta, due impostori, vanno trattate allo stesso modo. Lo scriveva al figlio nel 1910. Un secolo esatto prima della maratona Mahut-Isner.


 
            









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