Lookman è sparito, l'Inter pensa al rilancio. Ma spunta anche l'alternativa Sancho

3 ore fa 3

Ademola ha saltato gli ultimi due allenamenti a Zingonia e ha fatto perdere le proprie tracce. Marotta e Ausilio preparano il rilancio aumentando la parte fissa di due milioni, ma aspettano un’apertura dei bergamaschi. L’inglese piace come alternativa

Matteo Brega e Filippo Conticello

6 agosto - 00:24 - MILANO

In questo compendio di fisica nerazzurra c’è un corpo che si muove e un altro che sta fermo. Si studia la potente forza centrifuga che guida Ademola Lookman lontano dal centro di Bergamo e lo spinge verso chissà quale tangente: il nigeriano, riluttante all’allenamento a Zingonia, al momento ha fatto perdere le proprie tracce, ma vorrebbe soltanto stare a Milano. E c’è poi la quiete dell’Inter, piantata a terra nelle proprie convinzioni, interessata a non muoversi di un millimetro dalla strategia per la decina di giorni di passione già messi in conto: non è semplice dare scacco matto alla Dea, ma Ademola gioca da alfiere a tutta scacchiera, anche se le mosse in diagonale sono considerate perfino troppo scomposte, con il rischio di complicare la trattativa delicata. Arriverà il tempo del rilancio, con una terza offerta via Pec che toccherà quota 45 milioni di parte fissa e successivi bonus per avvicinare la vecchia 50, ma prima di premere invio il presidente Beppe Marotta e il ds Piero Ausilio aspettano un segnale della controparte. Serve un prezzo formulato per via ufficiale dall’Atalanta, sia per definire attorno i contorni e la fattibilità dell’operazione e sia per dimostrare che effettivamente l’Atalanta sia disponibile a una vendita a una big italiana. È una eventualità che al momento non piace alla famiglia Percassi, decisa a tenere il punto dopo aver fatto cassa con Retegui: la guerra senza quartiere scatenata da Lookman, crescente giorno dopo giorno, è l’innesco di un’esplosione al momento incalcolabile.

La preferenza inglese

—  

L’Inter osserva a distanza, aspetta con pazienza, ma con occhi vispi su ciò che capita attorno: nonostante la fiducia di trovare un punto di caduta con l’altro club nerazzurro e di dare forma e sostanza all’acquisto così strategico, il club di Oaktree valuta seriamente alternative per non farsi trovare spiazzato nel caso di frana. Si sfoglia la margherita e si esplorano diversi esterni di attacco abituati a danzare tra le linee, a partire dal francese Nkunku in uscita dal Chelsea, ma il nome che al momento riscuote il maggior consenso è quello di Jadon Sancho. L’inglese ha ancora un contratto di un anno con lo United dove ci sono solo posti in piedi e costerebbe molto meno sia del nigeriano che, eventualmente, del francese. Il gradimento dal punto tecnico è totale, l’età (è un classe 2000, tre anni meno di Lookman) ha un peso, ma soprattutto conta il costo del cartellino contenuto, intorno ai 25 milioni: in un contesto di questo tipo sarebbe più facile accogliere uno stipendio che non sarebbe mitigato dal Decreto Crescita, grandissimo attrattore per tenere ancora Ademola in Italia.

La punizione

—  

Lookman sarebbe ormai lontano da Bergamo, magari anche dall’Italia, ma di certo ieri non era al suo posto a Zingonia. Il nigeriano ha continuato nella via dell’assenza e del silenzio totale perché la società non ha ricevuto alcuna comunicazione al riguardo e nemmeno alcun certificato medico o richiesta di permesso. Lo staff di Ivan Juric lo ha atteso di nuovo, invano. La squadra è in ritiro in questi giorni e oggi sosterrà anche un’amichevole contro il Monza (ore 17) nel centro sportivo e resterà a Zingonia fino a domani mattina. Le valutazioni del club sui possibili provvedimenti da prendere nei confronti del nigeriano sono in corso. Tra le ipotesi, quella più corposa è la multa: come ogni club, anche l’Atalanta ha un regolamento interno che prevede sanzioni in caso di mancata comunicazione per assenza o in caso di ritardi ingiustificati, ma non succederà in ogni caso in questi giorni che restano da gestire con la maggior serenità possibile. La convocazione per il nigeriano resta fissata ogni giorno e la scelta di ammutinarsi senza giusta causa potrebbe portarlo anche alla sospensione dello stipendio: anche questa è una strada che per ora la Dea non intende percorrere. Anche perché la punizione non scatta in automatico, ma serve la volontà del datore di lavoro. Se anche oggi Lookman salterà la seduta, e sarà la terza volta consecutiva, non scatterà comunque l’automatica sospensione. La scelta della Dea è chiara e opposta rispetto a quella di Lookman: gestione logica e serena giorno dopo giorno.

Leggi l’intero articolo