Lookman è perfetto per rilanciare l’Inter: così sposta gli equilibri

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Con Lautaro e Thuram formerebbe un attacco che poche squadre possono vantare in Europa

Stefano Agresti

Giornalista

17 luglio - 07:33 - MILANO

Ademola Lookman sposta gli equilibri. Nel nostro campionato, ma non solo. Chiedere, per credere, a Xabi Alonso, oggi allenatore del Real. Il suo Bayer Leverkusen un anno fa è arrivato alla finale di Europa League senza perdere una partita – 42 vittorie e 9 pareggi in 51 incontri, gli restava da giocare solo l’atto conclusivo della Coppa di Germania, che avrebbe conquistato tre giorni più tardi – ma ha avuto la sventura di incrociare il ragazzo londinese/nigeriano: tripletta e coppa all’Atalanta. È stato, quello, il momento migliore nella carriera di Lookman, però la notte da sogno vissuta a Dublino non è un caso: è solo la dimostrazione più entusiasmante, quasi esagerata, di quanto Ademola può dare.

la strana stagione dell'inter

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L’Inter viene da una strana stagione: positiva fino a un certo punto del cammino, entusiasmante in alcuni momenti (Bayern, Barcellona), però chiusa senza lo straccio di un trofeo. Come un ciclista che stacca tutti, sta per prendersi tappa e maglia ma negli ultimi chilometri scivola a terra o forse, addirittura, sbaglia strada, si guarda attorno e non capisce dov’è finito. E vede gli altri portargli via tutta la gloria, fino all’ultima briciola: il Milan la Supercoppa e la Coppa Italia, il Napoli lo scudetto, il Psg la Champions e l’onore. Nessuno, nel mondo nerazzurro, può essere soddisfatto di un’annata così: la squadra ha dimostrato di essere forte, in Italia la migliore per completezza dell’organico, ma cosa te ne fai della tua superiorità se non vinci niente? E c’è qualcosa che rende tutto più brutto, più grave, più duro da sopportare: quelle sconfitte, poche però decisive, hanno tolto certezze, fiducia, serenità. In questo modo finisce che qualcuno litighi, qualcuno sbuffi, molti guardino al mercato del Napoli con un filo di inquietudine: ma quanto si stanno rafforzando i campioni d’Italia?

looman all'inter?

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All’Inter, per rilanciarsi, serve un segnale. Forte, eclatante, anche inatteso. Come l’acquisto di Lookman, ad esempio. Un nuovo campione che mandi un messaggio al mondo nerazzurro e agli avversari: noi ci siamo ancora e stavolta non ci accontentiamo di andare vicino alle vittorie, stavolta vogliamo prendercele. Difficile trovare un calciatore più indicato del nigeriano per restituire consistenza alle ambizioni interiste. Perché? Vediamo. Numero uno: ha un costo molto elevato, ma non inaccessibile. Numero due: ha le qualità per decidere le partite e le competizioni e a Bergamo ha anche trovato continuità in fase realizzativa (52 gol e 25 assist in 117 partite, in pratica ha partecipato a una rete in due gare su tre). Numero tre: andrebbe a rafforzare l’attacco, il reparto che nella scorsa stagione è stato il meno affidabile dell’Inter perché dietro ai titolari Lautaro e Thuram si aggiravano riserve mai decisive. Numero quattro: ha caratteristiche tecniche che nessuno nell’organico nerazzurro possiede, perché salta l’uomo, crea superiorità, è tecnico e rapido (non sarebbe un doppione di alcun compagno, insomma, e si integrerebbe bene con tutti, compresi i giovani Esposito e Bonny). Se a tutto questo ci aggiungiamo che Lookman era la prima scelta di Conte per il Napoli, il quadro è completo: un colpo del genere toglierebbe ad Antonio il calciatore dei desideri.

domande e dubbi per chivu

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Lautaro, Thuram, Lookman: quante altre squadre hanno tre attaccanti di questa levatura? In Italia – lo diciamo a mercato aperto, da qui al 1° settembre gli scenari potrebbero cambiare – nessuna avversaria dell’Inter ha un reparto offensivo così forte. E anche in Europa non sarebbero molti quelli che potremmo indicare come superiori ai nerazzurri. Poi è vero che l’arrivo di Lookman aprirebbe altre questioni, che i dirigenti e Chivu dovrebbero dirimere. Ad esempio: fatto salvo Bonny, sul quale è stato effettuato un investimento importante, avrebbe ancora senso tenere il giovane Esposito, con il rischio di non potergli concedere lo spazio necessario a favorirne la crescita? E ancora: potrebbero giocare assieme tutt’e tre quei campioni? Complicato, soprattutto se a proteggere loro le spalle dovesse esserci un centrocampo a quattro con esterni dalle caratteristiche offensive come Dumfries e Dimarco. E allora come gestirebbe Chivu la convivenza e le alternanze del terzetto là davanti? Domande complesse, dubbi legittimi. Ma anche una certezza: con Lookman sarebbe un’altra Inter, perché uno così sposta gli equilibri.

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