Dal cervelletto ai muscoli dell'avambraccio: un neuroscienziato spiega perché il bersaglio richiede abilità atletiche
Eugenio Spagnuolo
13 novembre - 11:11 - MILANO
Chi osserva un campione di freccette davanti al bersaglio pensa a un passatempo da pub, un gioco in cui conta l'abitudine più che altro. In realtà, colpire il centro richiede una quantità sorprendente di competenze atletiche. A spiegarlo è Dan Baumgardt, docente alla Facoltà di psicologia e neuroscienze dell'Università di Bristol, che su The Conversation analizza cosa serve davvero per centrare il bersaglio.
Quest'anno Luke Littler è diventato il più giovane campione mondiale di sempre a soli 17 anni, ma quel che molti si chiedono è se questo talento sia innato in alcune persone o se Littler sia semplicemente un bravo studente. "La tecnica d'élite richiede una combinazione di atletismo fisico e mentale. Servono le capacità di colpire bersagli molto piccoli, mantenendo al contempo la forza mentale necessaria per restare composti sotto pressione, sapendo che anche il minimo errore può avere conseguenze importanti" spiega Baumgardt.
Il segreto del lanciatore di freccette
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Ogni singolo lancio richiede una traiettoria fluida e precisa. "La coordinazione è controllata dal cervelletto, che si trova nella parte posteriore del cervello. Questa regione complessa, talvolta chiamata il piccolo cervello, aiuta a regolare sia il controllo muscolare fine che la postura". Il cervelletto è una zona chiave per le abilità nelle freccette. Per esempio, gestisce la coordinazione occhio-mano: per centrare un perfetto 180, bisogna mirare al minuscolo triplo 20 sull'anello interno, tre volte di seguito. Anche postura ed equilibrio sono fondamentali, e pure questi coordinati dal cervelletto. Un lancio preciso include la transizione tra la mira, il movimento all'indietro per raccogliere energia, fino a un rilascio fluido, eliminando qualsiasi scatto che possa mandare la freccetta fuori rotta. "E anche il minimo oscillamento può influenzare la traiettoria della freccetta" precisa Baumgardt.
questione di polso
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"I gruppi muscolari principali che permettono tutto questo si trovano nella mano, nel polso e nell'avambraccio. Contengono molti muscoli più piccoli che flettono ed estendono polso e dita. Sono capaci di lavorare insieme per consentire un'ampia varietà di movimenti precisi nell'impugnare, mirare e rilasciare la freccetta". Questi piccoli muscoli hanno però una particolarità: "È piuttosto difficile allenarli in palestra, quindi è qui che l'allenamento attraverso la ripetizione è la chiave per perfezionare il lancio giusto". Insomma, niente pesi o attrezzi: serve pratica, pratica e ancora pratica davanti al bersaglio. Prima di tutto occorre stabilire una buona postura, impugnatura e tecnica di lancio, equipaggiarsi con l'attrezzatura giusta. Poi si può passare a bloccare tutti i rumori esterni, per lo più gli scherni degli amici davanti ai tentativi maldestri. "La pratica rende perfetti: servono sia l'allenamento mentale che quello fisico per diventare un campione di freccette", conclude Baumgardt. E, soprattutto, la fortuna c'entra poco.











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