Taty e Rovella non al meglio, il gioco latita e gli esterni non incidono. Sarri avverte: "Stagione difficile, serve pazienza"
Neanche un mese di campionato e tensione già a mille a Formello e dintorni. La deludente partenza in campionato (due sconfitte su tre gare), arrivata in coda ad un’estate priva di rinforzi a causa del blocco del mercato, ha reso incandescente l’atmosfera attorno alla Lazio. Che ora deve assolutamente ricompattarsi in vista di un derby che diventa già uno spartiacque decisivo di una stagione appena iniziata.
Sarri, gioco da trovare
—
All’indomani del k.o. col Sassuolo Maurizio Sarri è tornato a parlare (attraverso i canali ufficiali del club biancoceleste) dopo aver disertato le conferenze post-gara per motivi familiari. Il tecnico, come sua consuetudine, non ha usato giri di parole per descrivere la situazione. "Stiamo passando da un tipo di calcio ad un altro e in questo momento la squadra pensa troppo. Così facendo perde naturalezza e brillantezza. La sconfitta di Reggio Emilia però è stata diversa da quella di Como. Lì eravamo andati in grande difficoltà, contro il Sassuolo siamo stati più ordinati e abbiamo anche creato qualcosa. Lo sviluppo della manovra deve però migliorare tanto". Il tecnico non ha nascosto che i problemi da risolvere non sono di facile e veloce soluzione. "Sapevamo che sarebbe stata una stagione difficile e tale sarà. Bisognerà avere tanta pazienza, in ogni caso non vedo motivi di grande preoccupazione".
Fasce da sbloccare
—
Si pensava che il problema principale fosse quello del gol. Poi le quattro reti al Verona lo hanno ridimensionato, anche se con Como e Sassuolo la Lazio è rimasta a secco. Una criticità da risolvere è invece quella di sbloccare le fasce. Dove Cancellieri a destra (in attesa che Isaksen torni a pieno regime) e Tavares sulla sinistra continuano a fare fatica a sintonizzarsi sul calcio di Sarri. Il primo, dopo aver destato un’ottima impressione nelle amichevoli, si è involuto nel momento in cui sono arrivati gli impegni ufficiali. Tavares è invece l’emblema della squadra che pensa troppo e perde brillantezza. Non riesce ancora a difendere come dovrebbe, non è più inarrestabile quando spinge.
Allarme Taty e Rovella
—
C’è poi un’infermeria che continua ad essere piena e rischia di diventare un problema serio. "Per Rovella e Castellanos (usciti malconci dal Mapei, ndr) non dovrebbe trattarsi di nulla di grave - ha detto Sarri -, ma al momento non è sicuro che possano essere titolari al derby. Per quanto riguarda gli altri, Patric dovrebbe rientrare in gruppo la prossima settimana, Lazzari ha una piccola lesione, mentre Vecino ha recuperato, ma non si sente ancora pronto". Un quadro non proprio rassicurante, anche perché all’elenco va aggiunto un Isaksen che - guarito dalla mononucleosi - a Reggio Emilia ha giocato i primi minuti della sua stagione (una quindicina, recupero compreso) ed è ancora lontanissimo da una condizione accettabile.
Panchina e nervosismo
—
Il problema infortuni è accentuato dalle poche alternative che Sarri si ritrova in panchina. Una lacuna figlia di un’estate senza acquisti a causa del blocco del mercato imposto dalla Covisoc. Questa però è una situazione con cui la Lazio dovrà fare i conti fino a gennaio. Un aspetto sul quale si può e si deve migliorare è viceversa quello dell’eccessivo nervosismo da cui sembra essere affetta la squadra. "È una storia che viene da lontano - ha spiegato ieri Sarri -. Dalle riunioni arbitrali è emerso che ci sono 2-3 nostri giocatori che gli arbitri hanno messo nel mirino. Quella di Rovella al Mapei è stata un’ammonizione preventiva, lui è uno di quelli messi sotto attenzione per come protesta. Dobbiamo cercare di stare tutti un po più tranquilli".