Lautaro è già in forma e vuole tutto: scudetto con l'Inter e poi il Mondiale

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Tirato a lucido, va a caccia di rivincite in nerazzurro e poi ci sarà la sua Argentina con cui puntare alla finale negli Usa

Francesco Pietrella

Giornalista

1 agosto - 09:02 - MILANO

La bussola di Lautaro è differente: punta a Ovest. Il polo magnetico del capitano nerazzurro è sul cerchio di metà campo del MetLife Stadium di East Rutherford, in New Jersey, dove si giocherà la finale del prossimo Mondiale a stelle, strisce, foglie d’acero e aquile reali. I simboli di Stati Uniti, Canada e Messico. I tre Paesi che ospiteranno la manifestazione nel 2026. 

Già in forma

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Lautaro, campione in carica con l’Argentina nel 2022, ha puntato la casa dei Giants con gli occhi affamati di chi si è presentato ad Appiano tirato a lucido e con le scarpette già affilate: un paio di giorni fa l’Inter ha pubblicato sui social un suo gol di tacco a Di Gennaro. Un messaggio dritto al cuore di tutte le punte avversarie. Una sorta di "rieccomi, sono qui e punto al trono dei bomber". Per riprendersi il titolo di capocannoniere del 2024. Il biglietto da visita di una punta che ha chiuso un anno complesso, altalenante, con pugni di gol decisivi – vedi la tripletta al Monaco, i due schiaffi al Bayern, quello al Barcellona… – e piccole pause. Al Mondiale per Club s’è preso la squadra sulle spalle come Atlante e ha rifilato un paio di ganci importanti, decisivi, il primo al Monterrey e il secondo all’Urawa Red Diamonds, salvo poi palesarsi davanti alle tv e alzare la testa dopo la sconfitta agli ottavi contro il Fluminense: "Ho visto cose che non mi sono piaciute. Chi vuole restare resti, altrimenti può andare via". Un riferimento a Calhanoglu, ma il botta e risposta via social col regista turco si è concluso con un chiarimento a telefono e con una foto pubblicata su Instagram prima del raduno di fine luglio: pace fatta e messaggio in bottiglia lanciato. "Si va a vincere di nuovo". Per cancellare un’annata senza trofei e soprattutto i cinque montanti incassati in finale di Champions contro il Psg. Il secondo ko in tre anni all’ultimo atto della grande coppa. La prima da capitano. 

Il Mondiale bis

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Lautaro ha già vissuto la prima parte del sogno americano. Nel 2024 ha vinto la Coppa America da capocannoniere segnando in finale all’Hard Rock a Miami, la “città magica” dove l’Albiceleste piegò la Colombia e centrò il trofeo. Il Toro ha trascinato Scaloni subentrando quattro volte dalla panchina e pungendo in cinque occasioni. Dopo un’annata tosta, a volte ombrosa e altre piena di sole, 12 gol in campionato e nove in Champions League, vuole tornare negli Stati Uniti per sventolare la bandiera col Sol de Mayo nel Paese dell’American Dream. Quello di Lautaro è alto come l’Aconcagua, il picco più alto della sua Argentina, ma il capitano ha l’attrezzatura giusta e le idee chiare: vincere il terzo scudetto con l’Inter, toccare di nuovo quota venti gol in campionato e bissare il Mondiale con l’Albiceleste. Un’impresa riuscita solo all’Italia di Meazza – campione nel 1934 e nel 1938 – e al Brasile di Pelè e Garrincha, vittorioso nel 1958 e nel 1962. Lautaro, inoltre, punta a scavallare quota undici trofei e a cancellare lo “zero” alla voce titoli dell’ultima annata: fin qui ha vinto due campionati, due coppe Italia, tre supercoppe, un Mondiale, due coppe America e la “finalissima contro l’Italia del 2022, mettendo la firma in cinque finali vinte tra Inter e Argentina. Ha chiuso la stagione con 12 gol in A - mai così pochi dal 2018-19, il suo primo anno in Italia, quando arrivò a sei -, ma con la miglior performance mai fatta in Champions: nove squilli in 856 minuti. Un colpo di piccozza dietro l’altro per raggiungere la vetta dove siedono i migliori bomber dell’Inter. 

Numeri

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Lautaro è sesto con 153 gol in tutte le competizioni con i nerazzurri. Davanti a lui ci sono Luigi Cevenini (158), Sandro Mazzola (161), Boninsegna (171), Altobelli (209) e Meazza (284). Due li può prendere quest'anno. Nell’Argentina, invece, è quinto con 32 reti dietro Crespo (35), Aguero (41), Batistuta (55) e Messi, primo con 112. L'Aconcagua dei bomber è roba sua. Lautaro gli guarda le spalle. Scalare gli piace, vincere pure.

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