Boi racconta il terrore: "Lo squalo mi mordeva e c'era chi faceva video... Danilo è sempre con me"

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"Mia madre ha saputo cos'era successo nel modo peggiore... Poi l'ho tranquillizzata. L'idea di tornare al mare per ora mi terrorizza". La giornalista sportiva, moglie di Gallinari e in attesa di un bambino, parla della disavventura a Porto Rico

Guendalina Galdi

Giornalista

2 agosto - 23:15 - MILANO

“Mi dispiace per quello squalo che ha beccato un pasto non di suo gradimento…”. È provata ma dopo il grande spavento sdrammatizza, è ancora in ospedale ma lei e il suo bambino stanno bene ed è questo il lieto fine più importante della disavventura che ha avuto come protagonisti la giornalista sportiva Eleonora Boi, moglie del cestista Danilo Gallinari, e uno squalo. Nelle acque di Porto Rico – dove si è trasferita perché il marito gioca nei Vaqueros de Bayamón – Boi è stata morsa alla coscia da un pescecane, ha avuto paura per lei (incinta) e per gli altri due figli che erano in quel momento in acqua, lì a due passi e ora “il prossimo bagno in mare può aspettare…”. 

Innanzitutto come sta? 

“Fisicamente sto meglio, sono ancora ricoverata in ospedale. Ho una ferita di 15 centimetri, mi hanno fasciato con un bendaggio particolare in modo che possa drenare il sangue perché non me l’hanno ancora chiusa del tutto per pulirla al meglio e per scongiurare qualsiasi rischio di infezione. Tra una settimana la rivedranno. Incrociamo le dita. Mi stanno monitorando costantemente perché non c’erano dei protocolli dedicati per chi subisce attacchi di squali. È una cosa molto inusuale. Bisogna scongiurare il rischio di infezioni. E poi sono incinta, quindi servono controlli approfonditi in sinergia tra i reparti di chirurgia e di ginecologia. Però sono in fase di recupero. Mentalmente invece… Un disastro. E qualcuno mi ha anche accusata di essere una pazza incosciente, di essere andata a nuotare a largo. Niente di più falso”. 

In sostanza, era vicina alla riva. 

“Sì, ero insieme a Danilo (Gallinari, ndr) e agli altri due nostri figli (Anastasia e Rodolfo, ndr) in questa spiaggia, attrezzata per famiglie e piena di bambini, che quel giorno era particolarmente affollata perché c’era un torneo di beach volley. Quando è successo tutto ero praticamente quasi a riva con mio marito e i bimbi: è impossibile andare lontano con loro e col pancione! All’improvviso ho sentito un bruciore fortissimo sulla coscia e, da buona sarda, abituata a stare in mare, pensavo fosse una medusa. Mi tocco lì e sento qualcosa di molliccio, inizio a urlare, esco di corsa dall’acqua, mio marito prende i bambini e mi segue. Mi guardo la gamba e vedo rosso e arancione, ho continuato a pensare fosse una medusa e invece no… Era la mia pelle mangiucchiata che si stava staccando. Una brutta immagine”. 

Che però non ha frenato quei bagnanti che l’hanno subito soccorsa. 

“Sì diverse persone sono corse immediatamente da me che urlavo, una signora in particolare mi è subito venuta incontro per assistermi. Non so chi sia, non le ho chiesto il nome e mi dispiace perché vorrei ringraziarla tanto per come è rimasta con me per tutto il tempo e provava a tranquillizzarmi. Mi ha anche tamponato la ferita con un asciugamano finché non sono arrivati i soccorsi e l’ambulanza. Anche altre signore splendide sono rimaste a guardare i bambini mentre mio marito era vicino a me. Però c'è un altro brutto ricordo di quei momenti già spaventosi…” 

Ce lo vuole raccontare? 

“Ho davanti a me ancora l’immagine di una donna che mi punta il cellulare addosso per fare un video di quella scena. Come si fa? Vedi una donna incinta ricoperta di sangue e la prima cosa che ti viene in mente è prendere il cellulare e riprenderla come se fosse il circo? Abominevole. Fortunatamente però tante altre persone più intelligenti e soprattutto umane mi hanno soccorso, ma questo episodio è stato orribile”. 

Dopo quei momenti concitati, la corsa in ospedale. 

“E qui sono diventata l’attrazione del momento (ride). Gente che lavora qui da 30 anni mi ha detto che non aveva mai visto prima una cosa simile. Perché lì gli attacchi di squali non sono all’ordine del giorno. Anzi, all’inizio non avevano nemmeno pensato al morso di uno squalo; hanno fatto delle foto alla ferita e le hanno spedite a un centro specializzato in biologia marina che ha analizzato il morso e sono loro che hanno confermato che si trattava di uno squalo. Ecco perché sono diventata una ‘star’: la donna incinta morsa dallo squalo. Ora ci rido un po' su, ma che spavento”. 

Suo marito non l’ha lasciata sola un secondo. 

“E continua sempre ad essere con me. Sta giocando il campionato con i Vaqueros de Bayamón, giovedì avevano vinto gara 7 delle semifinali playoff e il suo allenatore gli ha concesso il giorno dopo, quello del morso, di riposo. Allora gli ho detto: “Portiamo i bambini al mare così non si annoiano a casa, lì si divertono”. Se penso che loro volevano fare il bagno in piscina e io ho insistito per il mare… Comunque Danilo mi è sempre vicino. Mi ha subito incoraggiato, ha provato a essere forte. Però il trauma è stato grande anche per lui e ora sono io che lo sto praticamente obbligando a tornare a giocare perché hanno le finali e voglio che si concentri su quello e che ci lasciamo alle spalle al più presto questo incidente. Ma in questi giorni ha deciso di dedicarsi solo a me, lunedì dovrebbe riprendere gli allenamenti”. 

E poi sono venuti a trovarla anche i suoi figli. 

“Certamente. Si sono spaventati sul momento perché mi hanno visto piangere ma fortunatamente non hanno realizzato bene quello che è successo. Il piccolo per una questione di età, la grande mi ha detto: “Mamma, lo squalo sicuramente voleva mangiare un pesciolino non te”. È stata dolcissima. Il ricordo però terribile anche perché di solito loro rimangono in piscina e vado io al mare, invece proprio quel giorno siamo andati tutti insieme. E se ci ripenso… Oltre al dolore mi sono venuti tanti pensieri negativi e anche il senso di colpa per aver portato a fare lì il bagno ai bambini che hanno corso un rischio orribile. Al piccolo che nascerà racconterò questa storia e anche lui potrà dire di aver ‘sconfitto’ uno squalo. È già un supereroe. Ancora stiamo ragionando sul nome ma dopo questa avventura abbiamo un’idea in più”. 

È riuscita a tranquillizzare la sua famiglia in Italia? 

“Mia madre ha saputo tutto nel modo peggiore. Io all’inizio ho provato a non dirlo ai miei genitori, ho parlato solo con mia sorella e le ho detto di comunicarglielo con calma spiegando che comunque stavo bene. Non pensavo che la notizia arrivasse in così poco tempo e poco dopo una vicina di casa ha scritto a mia mamma chiedendole cosa mi fosse successo con lo squalo. Era disperata ma poi ci siamo sentite e l’ho rassicurata. Ho ricevuto tanto affetto, anche da parte di amici e compagni di scuola che non sentivo da tanti anni. Anche se in questa circostanza non bellissima”. 

Sui social ha scritto che è stato il giorno più brutto della sua vita. 

“E lo confermo. È stato orribile. E orribile è stato anche pensare a cosa sarebbe potuto accadere. L’ho vissuto anche come un ‘tradimento’ del mare e ora ho paura di quello che è stato il mio grande amore da sempre. Il prossimo bagno a mare può aspettare. L’idea di tornarci per ora mi terrorizza”.

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