La Consulta, divieto terzo mandato vale anche per il Trentino

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Il principio del divieto del terzo mandato consecutivo vale anche per il presidente della provincia autonoma di Trento e per tutti i presidenti delle Regioni autonome eletti a suffragio universale e diretto. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale.

La Corte ha ritenuto illegittime le disposizioni impugnate dal Presidente del Consiglio dei ministri per violazione del divieto del terzo mandato consecutivo, costituente un principio generale dell'ordinamento giuridico della Repubblica, in quanto tale vincolante anche la potestà legislativa primaria delle autonomie speciali. 

La Corte costituzionale ha deciso in camera di consiglio il giudizio sulla legge "statutaria" della Provincia autonoma di Trento che ha innalzato da due a tre il numero dei mandati consecutivi che possono essere svolti dal presidente della Provincia.

Il Consiglio dei ministri lo scorso maggio aveva impugnato, con il voto contrario della Lega, la legge trentina che consentirebbe al governatore Maurizio Fugatti di ripresentarsi una terza volta alle elezioni provinciali. La sentenza non è stata ancora depositata.

 "Come era ampiamente prevedibile e previsto la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge trentina che consentiva al Presidente eletto un terzo mandato consecutivo. Vedremo il testo della sentenza. E' però evidente che la Corte non potesse che ribadire quanto aveva precisato nella sentenza sui sindaci della Regione Sardegna. Il diritto di elettorato passivo è un diritto politico fondamentale che non tollera quindi limiti diversi sul territorio, anche in quello delle Regioni speciali a meno che non ci siano ragioni puntualmente dimostrabili. Per di più, come si comprende anche dalla sentenza sulla Campania, quel modello di forma di governo, di cui a mio avviso non si può fare a meno a livello regionale pena instabilità e trasformismi (la Valle D'Aosta, dove l'elezione diretta non c'è, sta facendo solo ora la Giunta dopo un mese e mezzo dalle elezioni e a sorpresa per gli elettori l'Union Valdotaine ha scaricato il Pd e imbarcato Forza Italia) trova un suo limite ed equilibrio necessari proprio nel tetto a due mandati consecutivi che tempera nel tempo la concentrazione di poteri". Lo afferma Stefano Ceccanti, costituzionalista ed ex parlamentare del Pd.  

Dopo il pronunciamento della Consulta che ha bocciato la legge sul terzo mandato per il presidente della Provincia autonoma di Trento - un esito che impedisce all'attuale governatore Maurizio Fugatti (Lega) di ricandidarsi al termine del suo secondo quinquennio in corso - Fratelli d'Italia chiede il rispetto di "tutti gli accordi elettorali, anche quelli che prima del voto riconoscevano a Fratelli D'Italia la vicepresidenza della Provincia autonoma di Trento", sottolinea il parlamentare e coordinatore regionale di FdI, Alessandro Urzì. La decisione del governo di impugnare la legge promossa dalla maggioranza di centrodestra, ma con la forte contrarietà di FdI che si era chiamata fuori, aveva causato uno strappo tra Lega ed il partito di Meloni. Pochi giorni dopo, infatti, Fugatti aveva tolto alcune competenze e soprattutto la vice presidenza della Provincia all'esponente di Fdi, Francesca Gerosa.

Secondo Urzì, la decisione della Corte costituzionale porta "chiarezza e questo permetterà nella conferma del sistema maggioritario che garantisce ai cittadini il diritto di scegliere prima del voto chi li deve governare la migliore opzione per proseguire l'esperienza di governo del centrodestra in Trentino, tenendo conto degli equilibri politici che non sono mai perenni. Ed oggi Fratelli d'Italia si candida ad essere il perno della coalizione sul territorio, assieme ovviamente agli alleati di Forza Italia e Lega e delle liste territoriali e autonomiste. FdI perno della coalizione così come lo è al governo della nazione con Giorgia Meloni. 

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