L'Atalanta alza il muro in difesa con i giganti Kossounou, Hien e Scalvini

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Centimetri, dinamismo, qualità: una linea moderna per il futuro, ma anche il presente

Andrea Elefante

Giornalista

1 agosto - 10:20 - MILANO

La difesa del futuro, ma anche del presente, è un muro altissimo. Non serve immaginarlo, basta misurare. Da destra a sinistra, e poi in verticale: Odilon Kossounou, un metro e 91 centimetri; Isak Hien, 1.91; Giorgio Scalvini, 1.94. Rispettivamente: 24, 26 e 21 anni di energie esplosive. Ma anche mature, dato che parliamo di tre nazionali che si portano dietro pure un buon bagaglio di esperienza internazionale. E intrise di dna Dea: l’ivoriano è stato riscattato a inizio estate dal Bayer Leverkusen per la non banale cifra di 20 milioni di euro, che dice tutto sulla progettualità che ha il suo acquisto per la società nerazzurra; lo svedese deve solo formalizzare l’allungamento del contratto fino al 2029, che ne fa una ricchezza societaria blindata. E Scalvini, ceduto Ruggeri all’Atletico Madrid, non è l’unico, ma il più rappresentativo, figlio di Zingonia rimasto, per incarnare la tutela delle radici bergamasche del club.

I veterani

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Non sarà l’unica linea difensiva dell’Atalanta che vedremo, ma la vedremo. Non sarà facile, e soprattutto non sarà necessario, scalfire la centralità - non in senso di posizione tattica - di Djimsiti e Kolasinac. Due patrimoni di esperienza e affidabilità che aiuteranno Juric a dare alla squadra la solidità che da sempre il calcio del tecnico croato prevede e persegue: le sirene arabe per l’albanese si direbbero definitivamente spente e il recupero del bosniaco, dopo l’intervento al crociato di metà aprile, procede a ritmi molto sostenuti e con risultati soddisfacenti. Tanto che non si fa peccato a sperare che possa rientrare anche prima del previsto (e nel caso si rivaluterebbe l’eventuale cessione di Bonfanti). Però è anche strategico non dover chiedere straordinari - e ridurre il rischio infortuni - a due macchine di 32 anni, che hanno percorso molti chilometri. Dunque, a proposito di scelte agevolate, la soluzione “difesa di giganti” è un’opzione rara, e tanto più un privilegio per la direzione presa dal gioco moderno.

Le palle inattive

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 Poi, si sa, oggi non di solo fisico può mai vivere una retroguardia. Ma in ogni caso avere insieme Kossounou, Hien e Scalvini significa anzitutto poter alzare un muro coerente con questo calcio che muta anche per le caratteristiche fisiche dei difensori; una costruzione fatta di torri, perfetta per dominare nel gioco aereo. Quello difensivo, ma anche offensivo, diventato punto un po’ debole nella stagione passata, povera di gol sui calci piazzati, che invece anche con Juric saranno considerati una strada a percorrenza privilegiata verso la porta avversaria.

Giochisti

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Ma significa pure disegnare scalate, e sincronismi di “uscite”, di tre giocatori che oltre ai centimetri hanno anche altre doti. Rapidità, caratteristica fondamentale per i parametri di reattività richiesti dal gioco di Juric come già di Gasperini. E attitudine ad aggiungersi, con una buona dose di qualità, ai centrocampisti: tutti e tre sanno essere difensori “giochisti”. E in particolare all’ivoriano e all’azzurro verrà naturale alternarsi nell’alzarsi dalla linea e andare a fare i mediani aggiunti, anche con licenza (obbligo) di avvicinarsi all’area. In questo, da Djmsiti e Kolasinac, avranno solo da imparare.

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