Katia Ancelotti: "Gattuso non l'ha più chiamato, papà c'è rimasto male. Si critica Davide, ma allora Pioli?"

12 ore fa 2

In un'intervista al Corriere della Sera la figlia del c.t. del Brasile racconta il Carlo privato e pubblico: "Alla fine è un semplicione che mangia male e veste così così'"

24 ottobre - 09:45 - MILANO

"Mi piacerebbe vederlo arrabbiato. Una volta, solo una". Inizia così a raccontare suo padre Katia Ancelotti in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. La figlia del c.t. del Brasile parla del suo rapporto col padre e del rapporto col mondo  del calcio a cominciare da quella famma di essere imperturbabile: "Mio fratello Davide e mio marito Mino raccontano di sfuriate pazzesche, una versione di papà a me sconosciuta" svela. 

con gattuso

—  

Dalla rottura con Gattuso dopo che gli subentrò al Napoli ("Non si sono più sentiti, nè visti. Papà ci è rimasto male e non fa finta di niente. Rino non lo ha mai più chiamato"), al rapporto insedidtente coi social ("Mica leggeva o sentiva che a Napoli dicevano che era venuto a prendere la pensione? Quella cosa lì a me ha fatto malissimo, per esempio"), al Carlo padre e marito: "Carlo ha fatto da padre e da madre, la sua presenza si è percepita in casa. Mamma, che purtroppo non c’è più, era sempre via" racconta Katia che ammette: "All’epoca pensavo che lei fosse sbagliata, la vedevo strana. Poi ho capito. L'indipendenza è un valore come la libertà"

le critiche a davide

—  

Katia parla anche del peso di chiamarsi Ancelotti: "Per me non lo è, mio fratello Davide ne ha subite di critiche per aver cominciato ad allenare con papà. Credo che abbia fatto più fatica degli altri, proprio perché gli hanno sempre puntato il dito. Adesso allena, da solo, il Botafogo, è anche lui in Brasile. Mi secca che parlino di lui e non di altri figli che pure sono con i papà allenatori. Pioli, tanto per fare un esempio". Ora tifa per il Brasile ma Carlo è sempre Carlo: "Come persona resta quello di sempre: il semplicione che mangia male, veste così così, non sa guidare bene e non mi ascolta".

La Gazzetta dello Sport

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi l’intero articolo