Dusan dice no alla cessione e anche a un nuovo contratto a cifre più basse: i 12 milioni del suo stipendio pesano molto. E lo stallo blocca la trattativa per Jonathan David
Dalla nostra inviata Fabiana Della Valle
29 giugno 2025 (modifica alle 12:26) - ORLANDO (STATI UNITI)
Si dice che il tempo aggiusti tutto, a volte però aiuta solo a ingarbugliare di più le cose. Sono passati tre anni e mezzo da quando Dusan Vlahovic ha posato il suo costoso piede sul suolo bianconero: accolto come un eroe, era stato scelto come simbolo della Juventus del futuro. Adesso di poetico e sentimentale è rimasto poco e niente e l’attaccante serbo, 25 anni, uno stipendio da nababbo e un finale di stagione con più ombre che luci, non vuole lasciarsi intenerire. Il suo disegno iniziale, ideato già un anno fa, era quello di restare fino alla scadenza, 2026, per andarsene a zero e provare a spuntare un ingaggio simile a quello attuale e non ha cambiato idea.
irremovibile
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I rapporti tra lui e il club sono tesi e non si vedono margini per una rappacificazione. Così l’ex principe azzurro di Madama rischia di diventare il mostro cattivo che ostacola gli ambiziosi piani del nuovo corso. Chi lo ha visto in questi giorni e ha avuto modo di parlare con lui lo descrive ombroso e nervoso (cosa che si è vista pure in campo col City) ma anche assolutamente irremovibile. Ai suoi amici ha confidato che quest’estate non ha intenzione di muoversi, costi quel che costi. All’ipotesi Fenerbahce ha già detto no anche se José Mourinho farebbe follie per averlo e non ci sono altre soluzioni che lo intrigano.
stipendio top, resa flop
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D’altronde non bisogna stupirsi che sia così visto il suo rendimento da gennaio in poi: Vlahovic è finito in panchina prima con Thiago Motta, che fin da subito gli ha preferito Kolo Muani, e poi di nuovo con Igor Tudor, che in principio lo aveva rimesso al centro dell’attacco. Il rendimento generale (58 reti in 145 partite con la Juventus, una media di un gol ogni 2 match e mezzo) non può essere considerato soddisfacente per un investimento da 70 milioni (più 10 di bonus) e per quello che aveva fatto vedere alla Fiorentina. Vlahovic e la Signora sono entrambi prigionieri di un contratto folle (7,5 milioni di euro a salire, che nel 2025-26 diventeranno 12) sottoscritto dalla gestione Arrivabene, perché un giocatore così impegnativo dal punto di vista economico è difficilissimo da vendere, soprattutto dopo stagioni non esaltanti.
rischio fuori rosa
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Forse la Juventus avrebbe dovuto pensarci prima, provando a trovare un accordo con il suo agente, Darko Ristic, per evitare di perderlo a zero. L’atteso confronto tra Damien Comolli e il suo procuratore non c’è ancora stato e se le premesse sono queste non sarà facile convincerlo ad andare via o rinnovare al ribasso. Se Dusan s’impunterà, la Juventus non potrà fare molto, a parte provare a spingerlo ad andare via usando il metodo Chiesa, ovvero metterlo fuori rosa. Dopo la batosta con il City Vlahovic ha postato tre foto di lui in campo con una didascalia molto stringata: “nueve”. Chissà che non fosse un messaggio per il club, un modo per ribadire che il numero 9 è lui.
tutto su david
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Non è un mistero che la Juventus stia già cercando un attaccante per sostituire il ragazzo di Belgrado e che la trattativa con Jonathan David sia ben avviata: il centravanti canadese svincolato da Lille può arrivare a parametro zero, esattamente come vorrebbe fare Dusan. Mancano solo gli ultimi dettagli per arrivare al sì del giocatore, stesso anno di nascita del serbo (2000) e la bellezza di 25 gol realizzati in stagione. Comolli conta di riuscire a chiudere già prima degli ottavi contro il Real Madrid e resta in attesa di buone notizie. La mancata cessione di Vlahovic però può diventare un problema, perché è vero che il club per David non avrebbe costi per il cartellino, ma dovrebbe sobbarcarsi un altro stipendio top (6 milioni più bonus) oltre a quello di Dusan. Tutto questo complicherebbe naturalmente la permanenza di Randal Kolo Muani, che la Juventus vorrebbe provare a trattenere in prestito con riscatto fissato al 2026: tre stipendi così alti sarebbero difficilmente sostenibili per un club che vuole contenere i costi. Vlahovic intanto resiste: lui non ha fretta, la Juventus invece sì.