Juve, ti ricordi quando Bellingham arrivò a Torino? E come lui anche Haaland e Kvara...

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L'asso inglese del Real nel 2020 visitò il mondo bianconero e per un po' immaginò d’indossare la maglia del suo idolo Zidane. Situazione simile per il bomber, mentre il georgiano...

Giovanni Albanese

Collaboratore

1 luglio - 09:34 - TORINO

Il Mondiale per Club e dunque le grandi sfide internazionali danno l'opportunità di fare bilanci sulle scelte fatte nel tempo. A margine degli ottavi con il Real Madrid è semplice comprendere come alla Continassa si sia commesso un grande errore di valutazione sul conto di Huijsen (svenduto l'estate scorsa per meno di 20 milioni complessivi e rivenduto a 60 dal Bournemouth neanche un anno dopo) che oggi è un titolare del Real Madrid, ma la stessa considerazione mette in risalto la buona intuizione avuta in precedenza sul calciatore stesso: il classe 2005 arrivò a Torino a 17 anni per 70 mila euro, un po' come Yildiz a 175 l'estate successiva. Ora i due, amici per aver trascorso gli ultimi anni di settore giovanile alla Juve, sono fra le stelle emergenti del calcio mondiale e hanno un valore economico di 60 milioni il difensore e almeno 100 l'attaccante. Al tempo dei bilanci, però, ci sono anche i colpi mancati: in qualche caso il rammarico è forte per non aver fatto abbastanza.

bellingham poteva andare alla juve

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Dentro questo Real Madrid-Juventus spicca anche il nome di Bellingham. Il club bianconero pensò di averlo in pugno per almeno un mese a margine dell'estate 2020, quando il Covid aveva congelato buona parte delle attività di scouting sui campi e le relazioni non erano semplici per via degli spostamenti ridotti. Eppure Jude sbarcò a Torino diciassettenne e per un po' immaginò d’indossare la maglia della Juve per riscrivere la storia del suo idolo Zinedine Zidane. Proprio su questo tasto provarono a battere i dirigenti bianconeri negli incontri con il ragazzo e con la famiglia, che prese tempo per valutare anche altro: la visita nelle strutture si concluse con entusiasmo e grande soddisfazione, tanto che nulla lasciasse intendere il passo indietro che avvenne poco tempo dopo. Il caso Bellingham replicò in parte quello già vissuto in precedenza con Haaland: la Juve proponeva di avviare l'inserimento nel club tra Primavera e Next Gen, in modo che in seconda squadra mettesse minuti nelle gambe e potesse spiccare il volo puntando la prima squadra; ma il Borussia Dortmund, che diventò così la prima scelta, propose l'inserimento immediato in prima squadra.

quando haaland stava per firmare con la juve

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Qualche anno prima, nella stagione 2017-18, la Juve aveva sfiorato l'opportunità di prendere Haaland. Per il norvegese del Molde, che restò ben impressionato dalle strutture del club nel corso di una visita fatta col papà nella pausa natalizia del 2017, servivano immediatamente un paio di milioni di euro e il 50% da riconoscere in caso di rivendita (la prima richiesta era di 10 milioni): una condizione che oggi appare modesta al cospetto del fuoriclasse del Manchester City ma che in quel momento rappresentava un rischio da correre per una scommessa. Il club non aveva così tanta disponibilità per un'operazione relegata al settore giovanile e con una proiezione da prima squadra probabile (per la visione di campo) ma non scontata per via della giovane età (ai fini gestionali). Il Salisburgo mostrò maggiore convinzione per l'attaccante e chiuse l'affare prima, la Juve ci riprovò ancora un anno e mezzo dopo ma nel dicembre 2019 - quando il Borussia concluse l'affare - si presentò la questione percorso: la Juve proponeva un inserimento via Next Gen, il club tedesco lo accolse in prima squadra.

quando kvaratskhelia fu a un passo dalla juve

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Anche Khvicha Kvaratskhelia era stato a un passo dal poter diventare un calciatore della Juventus. Qui i tempi e le evoluzioni interne al club in quel periodo non s'allinearono e il Napoli ne approfittò, ma se Fabio Paratici fosse rimasto alla guida dell'area sportiva della Juve probabilmente la storia del georgiano sarebbe stata diversa. In un momento di calo dei contatti, Giuntoli fu molto abile ad andare forte sull'entourage e tagliare fuori la concorrenza, ingolfando di fatto la macchina operativa della Juve che aveva ospitato il calciatore e la sua famiglia per qualche giorno a Torino per la visita delle strutture. Sul calciatore si ragionava con convinzione all'interno della Continassa ma la società in quel momento viveva già alcuni fattori di cambiamento che non permettevano di forzare troppo la mano sulle scommesse di mercato: è vero che l'ala sinistra avrebbe potuto essere il nuovo Del Piero, ma anche qualcosa di più simile a molti altri che hanno tentato di esserlo senza riuscirvi. Così in quel momento si decise di dare piena fiducia a Chiesa (Paratici li aveva seguiti in parallelo nel 2020) che poteva essere un potenziale riferimento anche della Nazionale azzurra.

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