Locatelli, proprietario designato della fascia, è solo il nono giocatore della rosa per minuti giocati. E Tudor denuncia una mancanza di leadership in squadra...
"La Juventus è cambiata, è cambiato il mondo...". L'ammissione è arrivata direttamente da Giorgio Chiellini pochi minuti prima dell'ultima gara di Champions League sul campo del Real Madrid. E in una squadra che fatica a ritrovare le sue certezze come l'umanità ad aggrapparsi agli storici valori, spicca che pure il ruolo del capitano nella Juve non sia più un totem. Certo, Locatelli è il designato e non siamo ancora arrivati alla gestione "rotante" della fascia attuata nella scorsa stagione da Thiago Motta (che passò il testimone da Danilo a Bremer, a Gatti, a Cambiaso, a Koopmeiners e a McKennie prima di affidarla quasi stabilmente a Manuel Locatelli), ma il fatto che anche in quest'annata già tre calciatori diversi abbiamo indossato il simbolo di guida della squadra è un segnale chiaro di un passato che non c'è più e che fatica a tornare.
la juve e la gestione della fascia da capitano
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C'era una volta una Juve in cui i leader dello spogliatoio erano intoccabili in campo: senza tornare troppo indietro, nell'ultimo ventennio non era usuale vedere una partita in cui il capitano bianconero non fosse Del Piero prima e Buffon e Chiellini poi. Dal burrascoso addio di Danilo nella scorsa stagione, però, questa certezza è andata via via svanendo, fino all'esagerazione della gestione Motta. I motivi sono molteplici: in primis, le vorticose sessioni di mercato delle ultime annate, che hanno svuotato la squadra di tutti i riferimenti. Basti pensare che, in rosa, appena 5 giocatori vestono la maglia juventina da almeno 3 stagioni: Perin, Pinsoglio, Gatti, Bremer e Vlahovic. Tutti gli altri sono arrivati dal 2023 in avanti o hanno trascorso altrove alcune stagioni in prestito (come Rugani, Kostic e McKennie). E poi la necessità di ridurre i costi e intraprendere la strada della sostenibilità ha spinto i dirigenti ad abbassare l'età media, con conseguente perdita di esperienza. "Io e Marchisio abbiamo avuto la fortuna di avere persone che hanno tramandato certi valori - ha ammesso ancora Chiellini -. I giocatori hanno un grande cuore e sono pronti a prenderli, adesso manca una generazione di giocatori oltre i 30 anni che possono reggere la pressione". Cui, in qualche modo, ha fatto eco Tudor: "Leader devono essere tutti, da questo punto di vista siamo un po' sotto rispetto a come vorrei, si deve crescere - ha denunciato l'allenatore della Juve -. Negli ultimi 2 anni si è costruita una squadra nuova, si son trovati tutti insieme ed è mancato un po' di peso, di campioni nello spogliatoio".
juve, il caso locatelli
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Oltre alle considerazioni generali c'è poi quella particolare su Manuel Locatelli, che in questa stagione ha già passato una partita su 10 completamente in panchina e ne disputata appena una completa di novanta minuti, risultando il nono giocatore (ottavo di movimento) per minuti disputati (532', dietro ai compagni di reparto Thuram e Koopmeiners). Contribuendo, così, al turnover della fascia. "Il capitano è tale anche quando non gioca, il fatto che sia uscito prima nel riscaldamento è importante", lo ha difeso Chiellini al Bernabeiu. Ma anche alla Juve non c'è più il capitano di una volta...









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