
COMMENTO
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Messaggi contrastanti dalle prime due serate di Champions. La lezione del Psg non si compra al calciomercato
Ma non dovevano essere stanchi dal Mondiale quelli del Psg? Eppure correvano come dannati fino al 90’, belli e umili, campioni d’Europa alla ricerca dell’ennesimo gol, mai sazi contro una derelitta Atalanta che nel primo quarto d’ora ha visto tutti gli incubi possibili. Poteva essere un diluvio: per come è finita, 0-4, Juric dovrebbe quasi essere contento. Ma il debutto di Parigi è un’altra spia che non può essere sottovalutata, così come le cinque reti al Lecce non dovevano illudere. Devono chiarirsi a Bergamo su obiettivi, sistemi tattici, uomini, idee, forse anche sulla guida tecnica. Cercare l’uomo contro uomo con la faccia spaurita è un invito all’aggressione immediata. Non c’era da illudersi contro il Psg, ma dell’Atalanta sfrontata e cattiva di Gasp, sempre alla pari con le grandi, Barça, Arsenal, Real Madrid, City, rimane poco. La lezione del Psg, cioè atteggiamento mentale prepotente e condizione fisica super, il tutto con l’inarrivabile collante Vitinha, non è in vendita al calciomercato: dovrebbe essere mandata a memoria dalle italiane. Siamo sicuri che il Napoli ci proverà da subito contro un City attaccabile, come s’è visto anche al Mondiale. Sfida anche filosofica tra Guardiola e Conte che potrebbero essere Cicerone e Di Pietro. Ma il secondo, occhio, ha fatto saltare un sistema cinquantennale. Non s’inventa da un giorno all’altro la Champions, e nessuno chiede assalti scriteriati, ma per acquistare la dimensione dell’Inter degli ultimi tre anni non c’è che una strada: superare un ostacolo dopo l’altro, più difficili sono meglio è.