Gli insulti, la rissa sfiorata e
l'espulsione con gli addetti alla sicurezza che lo portano via
dal campo. Finale di partita ad alta tensione per Diego Simeone
che dopo aver assistito alla rimonta del suo Atletico Madrid ad
Anfield, nella prima stagionale di Champions League, ha perso le
staffe al gol di Van Dijk che ha regalato il successo ai padroni
di casa (3-2). Il tecnico degli spagnoli si è scagliato verso
gli spalti ed è stato trattenuto da alcuni membri del suo staff
e anche da quattro addetti alla sicurezza, accusando i tifosi di
avergli rivolto insulti e gestacci (il dito medio) durante tutta
la partita. "Siamo in una situazione in cui non abbiamo il
diritto di reagire. Non è giusto reagire, perché siamo i
protagonisti - ha spiegato Simeone a Movistar dopo la partita -.
Ma allo stesso modo in cui combattiamo il razzismo e gli insulti
verso i giocatori, vediamo anche quello che succede contro le
panchine che sono attaccate alle tribune e non è facile ricevere
insulti per tutta la partita. È arrivato il terzo gol e oltre
agli insulti c'è stato un gesto, e io sono una persona". Simeone
aveva spiegato al quarto uomo, l'italiano Marcenaro, i motivi
della sua reazione a quella che ha definito una continua
provocazione, mostrando anche il gesto rivoltogli da un tifoso.
Ma l'arbitro lo aveva già espulso e anche nel passaggio verso il
tunnel degli spogliato sono piovuti altri insulti. Non è la
prima volta che Simeone per la calma, in particolare quando si
trova contro il pubblico inglese: nel 2022 aveva lasciato l'Old
Trafford tra una pioggia di bottiglie lanciate in campo. In
precedenza era stato multato di 20.000 euro per gesti osceni
durante la vittoria per 2-0 in casa della Juventus nel 2019. "La
mia reazione all'insulto non è giustificabile, ma non sai cosa
significa essere insultati senza sosta per 90 minuti - si è
giustificato Simeone -. L'arbitro? Mi ha detto che ha capito, ma
spero che il Liverpool possa migliorare e se identificano chi ha
fatto questo lo punisca".
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