C'è una cattiva abitudine che mette a serio rischio il cuore
Giacomo Martiradonna
5 luglio - 11:55 - MILANO
Sulla correlazione tra fumo e malattie cardiovascolari il consesso scientifico è unanime da decenni, ma la sua incidenza nei giovani è oggetto di rinnovata preoccupazione negli ultimi tempi. Secondo Domenico Gabrielli, presidente della Fondazione per il Tuo cuore e direttore della Cardiologia al San Camillo di Roma, il fumo di sigaretta costituisce il più importante fattore di rischio di infarto cardiaco nei soggetti under 50, con un impatto ancora più marcato nelle donne. Tra le principali conseguenze dell’esposizione cronica al fumo ci sono infatti i danni alle cellule endoteliali delle arterie e l’aumento del rischio di aterosclerosi. Ma è allarme anche per le sigarette elettroniche, sempre più diffuse tra i giovani e percepite come un'abitudine meno nociva. In realtà, le cose non stanno così e chi pratica entrambe rischia ancora di più.
Infarto da giovani, i fattori di rischio principali
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L’infarto cardiaco in età giovanile è un evento patologico sempre più frequente, e il fumo risulta determinante nell’equazione. Nelle donne fumatrici, il rischio di infarto è sei volte più alto rispetto alle non fumatrici. Se si associa anche l’uso di contraccettivi orali, il rischio combinato di infarto o ictus cresce fino a cinque volte. A questo vanno aggiunti gli altri fattori che aumentano la vulnerabilità cardiovascolare in giovane età, ovvero ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, obesità e sedentarietà.
Infarto da giovani e Sigarette elettroniche
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Le evidenze raccolte negli ultimi anni mostrano che le sigarette elettroniche contengono nicotina, glicole propilenico, glicerolo e numerose sostanze chimiche, alcune delle quali potenzialmente cancerogene, come formaldeide, cromo e nichel. Studi condotti negli Stati Uniti hanno riscontrato un ispessimento delle pareti arteriose e un aumento acuto della pressione arteriosa anche dopo brevi sessioni di svapo. Le cose peggiorano ulteriormente nei soggetti che combinano l’uso di sigarette tradizionali ed elettroniche. Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Oncology Research and Therapy, chi alterna i due prodotti presenta un rischio di sviluppare un cancro ai polmoni quattro volte superiore rispetto a chi fuma solo sigarette tradizionali o solo elettroniche. E in Italia, il consumo combinato è in aumento: nel 2023 il 4,4% della popolazione alternava dispositivi elettronici e sigarette classiche, contro l’1,5% nel 2014. La fascia d’età più esposta è quella tra i 18 e i 24 anni, con un’età media di iniziazione alla nicotina tra i 13 e i 14 anni. Detta brutalmente: l’uso combinato non è riduzione del danno ma rappresenta un rischio aggiuntivo, poiché amplifica l’esposizione alla nicotina e agli altri agenti, con danni cumulativi.
Infarto da giovani e fumo passivo
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Secondo gli esperti, anche il fumo passivo che spesso inquina gli ambienti chiusi è responsabile dell’inalazione di sostanze tossiche derivanti sia dalla combustione del tabacco sia dal fumo espirato dal fumatore. L’esposizione cronica al fumo passivo è associata a un aumento del 25-30% dell’incidenza di malattie cardiovascolari e del 20-30% del rischio di cancro al polmone tra i non fumatori. I più vulnerabili sono i bambini: si stima che circa 700 milioni di minori nel mondo respirino regolarmente aria contaminata da fumo di tabacco, soprattutto in ambienti domestici.