Indurain: "Pogacar vincerà anche più di 5 Tour, ma il nostro ciclismo era poesia"

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 Pascal Rondeau/ALLSPORT

intervista

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Trent’anni fa, il Navarro conquistava la sua quinta maglia gialla consecutiva entrando nel club dei cinque Tour con Anquetil, Merckx e Hinault. Ha vinto anche 2 volte il Giro: "La crono di Lussemburgo 1992 il mio giorno dei giorni"

Pier Bergonzi

12 luglio 2025 (modifica alle 08:30) - MILANO

È il gigante dei giganti. Il più imponente dei leggendari a pedali ha la faccia e le parole buone. Miguel Indurain è il Re Gentile della storia ciclistica. Per lui parlano cinque Tour consecutivi (tra il 1991 e il ‘95), due Giri d’Italia, il Mondiale della crono ‘95, il titolo olimpico della crono di Atlanta ‘96 e un record dell’ora. Miguel ha la tessera d’oro dei Grandissimi, è nel club dei cinque Tour con Anquetil, Merckx e Hinault, ma è il più “umano” dei marziani. Scollinati i 60 anni è diventato ancora più saggio e sereno. Il grande navarro ha deciso di rallentare ulteriormente. "Avrei inviti per girare il mondo, tutti i giorni - dice Indurain-. Mi vorrebbero in Colombia per il trentennale del Mondiale. Mi reclamano in Costa Rica o in Giappone. Ma alla fine dico di no a tutti. Accetto soltanto gli inviti di vecchi amici. Gente con cui io e mia moglie Marisa ci troviamo bene. E pedalo per piacere. Vado piano in salita e piano in discesa. Il mio terreno ideale è la pianura". 

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