"In Italia pippe e pesi morti, le star fuggono": gli argomenti dei francesi per lustrare la Ligue 1

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Il mensile So Foot si lancia un atto d'accusa contro il calcio italiano che parte dalla finale di Champions: "Lì credono che Kean o Retegui siano dei crack, il calcio è una commedia dell'arte. Gli stadi? In Francia gioielli, in Serie A una vergogna"

Alessandro Grandesso

3 giugno - 12:05 - PARIGI

Un'umiliazione. E una lezione. Il 5-0 del Psg sull'Inter va oltre il campo e si allarga a questioni di politica e reputazione sportiva. Anche se con un sottofondo ironico, il primo vero affondo arriva dal mensile So Foot che stamane pubblica un atto di accusa, contro la Serie A che, con spirito provocatorio, viene definito come “il campionato che sognava di essere la Ligue 1”. E che invece è diventato quello della “commedia dell'arte”, che ti fa credere che Retegui o Kean siano dei fuoriclasse. Dati alla mano, il media francese mette il dito nella piaga nerazzurra, per mettere in discussione tutto il movimento italiano. 

cresta

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La finale di Champions, scrive come incipit So Foot, è stata una “vergogna intergalattica davanti a milioni di spettatori”. E non fa che confermare “quel che si sapeva già: il calcio francese non ha nulla da invidiare a quello italiano. Anzi, lo domina e lo guarda dall'alto”. So Foot insomma alza la cresta, evidenziando come “la Francia” sia riuscita a fare quello che “l'Italia” fallisce sistematicamente da 15 anni, dall'ultima Champions vinta nel 2010, dall'Inter di Mourinho. “Oggi – scrive So Foot – Mou è diventato un allenatore has been, e la Serie A un campionato che i tifosi non guardano e che le star fuggono”. Da ultimo Kvaratskhelia che ha lasciato il Napoli nonostante fosse in lotta per lo scudetto: “L'Italia non aveva più argomenti per trattenerlo”. Il Psg si. 

sfigati

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E lo stesso vale per i vari Zirkzee, Huijsen, Giroud, Osimehn, Calafiori, Immobile, Aouar, Le Fée, Radonjic, scrive sempre il mensile, ricordando che persino Carboni e Bennacer abbiano preferito rifugiarsi a Marsiglia. Al contrario, in Serie A arrivano giocatori prepensionati, tipo Walker o “delle pippe come Joao Felix”. Insomma, il campionato italiano è talmente “disperato” che arraffa persino i “pesi morti” della Ligue 1, come “Vitinha” del Genoa, pensando che Balotelli possa ancora giocare ad alto livello. E non è finita. Dandoci degli “sfigati”, So Foot ricorda come “la Francia” dal 2020 in poi conti tante finali di Champions dell'Italia, ma che in più ne ha vinta una. Quella contro una squadra italiana. 

commedia

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L'indice Uefa è solo “un miraggio”. Da qui l'atto d'accusa: “L'Italia non appartiene più al Big Four”, dove invece “la Francia marcia al fianco di Inghilterra, Spagna e Germania”. Inoltre, un campionato che ti fa credere “che Retegui o Kean siano dei crack non può obiettivamente tenere il confronto”. Perché la Ligue 1 è diventato un campionato “di prima scelta”, con 2,97 gol a partita, contro i 2,54 della Serie A. Il calcio italiano paga inoltre il suo tributo alla “commedia dell'arte”, cioè dove tutto è simulazione, come certifica il tempo di gioco effettivo: 53' 36'' contro 56' 40''. “Gli innamorati del calcio lo sanno”, spiega il mensile: “Non è guardando la Serie A che ci si diverte”. Senza contare il problema degli stadi che lo stesso Ceferin ha definito “una vergogna”, quando invece in Francia gli impianti sportivi di Parigi, Marsiglia, Lione o Nizza sono “dei gioielli”. 

illusione

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Il futuro della Ligue 1, che lancerà la sua rete privata d'estate e sta migrando verso una struttura simile alla Premier League, è invece “radioso”. Anche se poi andrebbe ricordato a So Foot che non è “la Francia” che ha vinto la Champions, bensì il Paris Saint Germain, di proprietà del fondo sovrano del Qatar, non proprio un dipartimento francese. E che l'ultima Champions, “la Francia”, prima di sabato, l'aveva vinta non 15, bensì 32 anni fa. E che da allora “l'Italia” di Champions ne ha vinte comunque cinque. E che il vero pericolo per la Ligue 1, - dove obiettivamente si pratica un buon calcio veloce e fisico anche più della Serie A -, è che il trionfo meritato del Psg non sia altro che una grande illusione. Soprattutto per un campionato messo in ginocchio dal crollo dei diritti televisivi e che si rivendica come fucina di giovani talenti che però, appena possono, scappano all'estero. E in particolare proprio in Italia, seconda destinazione in termini assoluti, in aumento del 44% dal 2020.

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