Il sorteggio del Mondiale è un bell'assist, ora tocca agli azzurri di Gattuso

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L'Italia, in caso di qualificazione, avrebbe un girone facile, e lo sarebbero anche gli eventuali sedicesimi. Ecco cosa fare per non fallire ancora

Stefano Agresti

Giornalista

5 dicembre - 23:41 - MILANO

Sarà più difficile andare ai Mondiali che poi, se ci qualificheremo, superare il girone eliminatorio e planare ai sedicesimi di finale, e magari proseguire anche oltre. Perché il sorteggio — almeno quello — ci ha voluto bene: ci aspettano il Canada dello juventino David, padrone di casa ma tutt’altro che insuperabile; la Svizzera, che ci ha fatto fuori prima dai Mondiali e poi dagli Europei però rimane una squadra alla nostra portata; il piccolo Qatar. Non solo, anche la prima avversaria della fase a eliminazione diretta sarebbe probabilmente abbordabile: se dovessimo vincere il girone incroceremmo la terza di un altro gruppo; se arrivassimo secondi troveremmo la seconda del girone formato da Messico, Corea del Sud, Sudafrica e un’altra vincente degli spareggi europei. Insomma, in fondo ai playoff di marzo per gli azzurri c’è una piccola discesa. Il problema è imboccarla, la discesa, senza deragliare tra Irlanda del Nord, Galles, Bosnia.

testa ai playoff

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È stato triste e malinconico non vedere la parola Italia tra le quarantadue che già compongono il vocabolario del Mondiale. Proprio per sfuggire a questi sentimenti i nostri sono rimasti a casa: a Washington non c’erano né il presidente federale Gravina né il ct Gattuso e certo non per scaramanzia ma per un comprensibile senso del pudore. La mente di tutti, adesso, non può essere in America, deve rimanere concentrata su Bergamo, dove giocheremo la semifinale contro l’Irlanda del Nord; intanto studiamo il Galles e la Bosnia, che troveremmo in finale. Al resto — Canada, Svizzera, Qatar — penseremo dalla notte del 31 marzo, se tutto sarà andato bene. Il fatto che ci aspetti un girone facile potrebbe comunque non essere irrilevante, perché una squadra come la nostra — debole più nella testa che nei piedi e nei muscoli — potrebbe riceverne un’iniezione di fiducia: dai, mettiamoci alle spalle queste due partite d’inizio primavera che poi ci divertiamo.

pericolo scampato

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Quando si è arrivati all’estrazione delle palline dall’ultima urna, la numero quattro, riservata a chi deve ancora giocare i playoff oltre che a qualche squadra di forza modestissima (Haiti, Curaçao, Nuova Zelanda), abbiamo temuto che anche il sorteggio potesse rivoltarsi contro gli azzurri. C’era il rischio di cadere in un girone molto complicato, come quello formato da Brasile, Marocco e Scozia, oppure in gruppi comunque difficili (in uno c’erano Germania, Ecuador e Costa d’Avorio, in un altro Spagna e Uruguay oltre all’Arabia Saudita). Invece la sorte stavolta ci ha dato una mano, quella che ci aveva negato quando aveva inserito la Norvegia nello stesso raggruppamento dell’Italia nelle qualificazioni europee. Ora tocca noi.

nessun rimpianto

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È chiaro che la nuova formula dei Mondiali rende la qualificazione possibile anche nei gironi più duri perché, oltre alle prime due classificate di ciascun gruppo, vanno avanti pure le otto migliori terze (su dodici). Ci sono dunque margini per essere ripescate anche per le squadre che cominceranno male l’avventura americana (a noi accadde proprio negli Stati Uniti nel 1994, quando poi arrivammo in finale). Il fatto però di avere davanti tre possibili avversarie del livello di Canada, Svizzera e Qatar è confortante. È indispensabile adesso che l’Italia non sottovaluti alcun aspetto nel percorso di avvicinamento ai playoff, perché non possiamo permetterci di avere rimpianti. Abbiamo accertato che è praticamente impossibile rinviare una giornata di campionato per permettere a Gattuso di lavorare con gli azzurri per un periodo prolungato di tempo, ma avere i calciatori a Coverciano per due o tre giorni sarebbe comunque utilissimo. Continuiamo a essere convinti che alla Nazionale non manchino calciatori di qualità: non saremo fra le tre selezioni migliori del mondo, ma sicuramente in Europa non ce ne sono sedici superiori a noi, tante quante ne vanno ai Mondiali.

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